xXxLe ReGoLe DeLl'AmOrExXx, Fan fiction

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Dea Striky Yushy
view post Posted on 3/9/2009, 21:11




Premetto che mi sono basata su un romanzo che sta leggendo mia cugina....ma spero che vi piaccia^^..buona lettura!

Le regole dell’amore

Capitolo1
La sconosciuta gli stringeva la mano sulla coscia al punto da fargli male. Ma il suo tocco era allo stesso tempo incredibilmente piacevole.
Non contento di limitarsi soltanto a spiarla con la coda dell’occhio, Tim Reumann in arte Shin si voltò a guardarla, studiandone i dettagli. Si era allacciata la cintura strettissima, teneva gli occhi serrati e il respiro era irregolare, tanto da ricordargli l’ansimare di una donna che si fosse appena abbandonata al piacere tra le lenzuola. A quel pensiero, il calore della sua mano sulla coscia gi sembrò incredibilmente eccitante…
Tim si appoggiò allo schienale mentre l’aereo prendeva quota e chiuse gli occhi. Con l’incisione dell’ultimo album, ne era passato di tempo da quando era stato a letto con una donna, ed era bastato quel contatto imprevisto per mandargli gli ormoni in subbuglio.
Socchiuse gli occhi e inspirò a fondo, augurandosi che il mese che si apprestava a trascorrere nel ranch acquistato assieme agli altri componenti della band nel Montana, servisse a ricaricargli le batterie.
A ventinove anni, lui e gli altri componenti avevano soltanto un anno di differenza ed erano stati sempre molto legati, anche prima della formazione del gruppo.
Solo un anno prima erano stati tutti scapoli impenitenti, come lui. Poi, come un fulmine a ciel sereno, il cantante Sebastian in arte Strify, aveva annunciato che si sarebbe fidanzato, e neanche sei mesi dopo, anche il tastierista Romeo si era ritrovato nella stessa situazione. Ovviamente tutta la band si aspettava che ora toccasse a lui, dato che il chitarrista Hannes, in arte Yu, era un Don Giovanni di professione e il bassista Kristian, in arte Kiro, non voleva sapere nulla in fatto di donne.
Ma a Tim la vita da scapolo piaceva troppo per cadere nella trappola del fidanzamento. Semplicemente non gli andava a genio l’idea di dover essere responsabile di qualcun altro oltre che di se stesso. Non riusciva a immaginare niente di meglio che essere libero di andare e venire a piacimento, ed essere un batterista che suonava in una band di fama mondiale con diversi album al seguito. Viaggiavano molto quando avevano bisogno di girare un video o farsi venire delle ispirazioni per scrivere nuovi pezzi, e se usciva con qualcuna era sempre e solo alle sue condizioni. Per lui le donne erano poco più che una necessità.
A essere sincero, Tim non aveva nulla contro il fidanzamento, solo non si sentiva pronto. E quel che era successo a Kristian non aveva fatto altro che rafforzare la convinzione di voler restare single. Kristian aveva preso una grande botta per una ragazza che usciva con lui solo per i soldi. Quando lo aveva lasciato gli aveva spezzato il cuore e lui attraversò un periodo di forte depressione. Quando si fu ripreso decise di non legarsi più a nessuno.
A Tim turbava anche un’altra cosa. Il pensiero di perdere la voglia di fare musica per qualcosa di indefinito chiamato amore lo metteva immediatamente di pessimo umore. Anche se questo non era successo a nessuno dei suoi amici, lui aveva un carattere più debole e poteva benissimo cascarci. Da quando era entrato nella band, a diciotto anni, suonare e diventare famoso era diventato lo scopo della sua vita e non avrebbe permesso a nulla di prenderne il posto.
Si voltò ancora una volta a spiare la ragazza seduta accanto a lui. E quel che notò gli sembrò decisamente interessante. Capelli castano chiaro, con qualche ciocca bionda, che le arrivavano a metà schiena e pelle chiara. Aveva splendide labbra carnose e un naso che sembrava disegnato, ciglia lunghe e zigomi alti. Non sapeva dire se fosse truccata o meno. Di sicuro non ne aveva bisogno per sembrare più bella.
Abbassò lo sguardo sulla mano con cui era ancora saldamente aggrappata alla sua coscia. Non portava l’anello di fidanzamento, ottimo segno. Visto che erano a bordo dello stesso aereo, a meno che non dovesse prendere una coincidenza, con ogni probabilità anche lei era diretta nel Montana.
Tim si irrigidì sentendo la mano della sconosciuta salire impercettibilmente lungo la sua coscia. Forse era meglio intervenire, prima di ritrovarsi in una situazione alquanto imbarazzante.
La luce del sole che filtrava dal finestrino le illuminava il viso e i capelli rendendola, se possibile, ancora più affascinante.
Tim si piegò leggermente verso di lei e, prima di aprir bocca, inspirò il suo profumo. Quella fragranza delicata scatenò in lui un’eccitazione imprevista, al punto che immaginò di solleticarle la pelle nuda del collo con le labbra, per scoprirne il sapore.
Scosse la testa. Da quando in qua si faceva prendere da certe fantasie?
Scacciò quel pensiero dalla mente. Era troppo pericoloso anche solo soffermarsi a rifletterci sopra. Si sporse verso la sconosciuta e le bisbigliò all’orecchio <<la manovra di decollo ormai è finita. Può anche lasciarmi la gamba, adesso>>.
La bella sconosciuta spalancò gli occhi e si voltò di scatto, incontrando il suo sguardo. E Tim si ritrovò a fissare il più bel paio d’occhi che avesse mai visto.
Era semplicemente fantastica, bella da togliere il fiato. Notò il suo respiro accelerare, mentre abbassava lo sguardo sulla mano ancora posata sulla sua gamba. La ritrasse come se all’improvviso fosse diventata incandescente.
Vide i suoi occhi riempirsi d’imbarazzo <<oh, mi dispiace moltissimo. Non avevo intenzione di toccarla. Pensavo fosse il bracciolo. Io…io...non vorrei esserle sembrata sfacciata>>.
Tim notò subito il suo accento: era dell’Europa meridionale, Italia se non andava errato.
<<nessun problema>> si affrettò a minimizzare con un sorriso divertito. <<mi chiamo Tim Reumann>> Aggiunse, porgendole la mano.
Lei ricambiò il gesto, visibilmente sulle spine. <<valentina Cardarelli>>
<<piacere di conoscerla, Valentina. È la prima volta che vola?>>
Lei scosse la testa. <<piacere mio. No, non è la prima volta, ma ho una paura matta degli aerei. Di solito cerco di viaggiare con altri mezzi, ma stavolta non avevo scelta per venire in America>>
Tim annuì. <<di dov’è?>> non poté fare a meno di chiederle. Solo ascoltare il suo accento, lo mandava su di giri.
<<nata e cresciuta a Perugia, Italia>>
Annui ancora. <<io sono di Berlino>> disse lui, dopo qualche istante di silenzio. Non si era presa la libertà di chiederglielo, per timidezza forse, oppure perché non era interessata. Ma a Tim non importava: lui era interessato, eccome.
<<è una splendida città>> osservò lei. <<ci ho fatto uno stage con la mia classe, l’anno scorso>>
Tim sollevò un sopracciglio con aria interrogativa. <<la sua classe?>>
Valentina sorrise e lui si sentì improvvisamente lo stomaco sottosopra. <<si, frequento l’ultimo anno dell’Università di lingue a Trieste>>.
Tim sorrise sorpreso. <<dev’essere interessante>>.
Il sorriso di Valentina si fece ancora più radioso. <<lo è, studio per diventare un interprete. Sono specializzata nella lingua inglese, ma studio anche il tedesco dato che la trovo una lingua estremamente interessante. E lei cosa fa nella vita?>>
Tim esitò. Come batterista di fama mondiale, dovrebbe aver ricorso ad un falso nome per proteggersi, ma per qualche strana ragione sentiva di non aver alcun problema a rivelare la verità. <<suono come batterista in una band tedesca>>.
Le labbra di lei s’incresparono in un sorriso. <<grandioso. Mi scusi, ma non credo di aver mai sentito una vostra canzone>>
Tim rise. << Forse avrà sentito parlare di Shin o dei Cinema Bizarre>>
Valentina sbattè le palpebre e lo fissò incredula. <<lei è Shin? Quel Shin?>>
Tim sorrise. <<si>>
<<oh santo cielo! Mia sorella ha tutti i vostri album. È una vostra grandissima ammiratrice>>
Lui sorrise compiaciuto. <<e lei? Ha sentito qualche canzone?>>
Valentina gli rivolse un’occhiata di scuse. <<no, non ho molto tempo per ascoltare la musica. Ma molte mie amiche dicono che avete un talento innato>>
<<grazie>>
<<di sicuro avete molti ammiratori in Italia. Ci siete mai stati?>>
<<si, tutti gli anni. È uno splendido paese>>
Valentina s’illuminò << Lo è davvero. Adoro l’Italia, non potrei immaginare di vivere da nessun’altra parte>>
Furono interrotti dall’assistente di volo che distribuiva bibite e snack.
<<sta andando nel Montana per una vacanza?>> sondò Tim. La vide chiudere gli occhi mentre assaporava il caffè, appena li riaprì, notò che si era fatta subito pensierosa.
<<no, è un viaggio strettamente personale>> lo scrutò per qualche secondo, come se stesse decidendo se rivelargli o meno qualcosa che sembrava importante. <<sto andando nel Montana per ritrovare mia sorella>>
Tim era sorpreso. <<ritrovarla, ha detto?>>
Valentina si abbandonò sullo schienale, evidentemente sconfortata. <<si. Due settimane fa è andata in gita al parco di Yellowstone con un gruppo di amiche>>. Abbassò lo sguardo sulla tazza di caffè piena per metà. <<sono tornate tutte, tranne mia sorella>> aggiunse sottovoce.
Tim percepì il timbro allarmato nella sua voce. <<é riuscita a mettersi in contatto con lei?>>
Valentina annuì. <<ha lasciato un messaggio sulla mia segreteria telefonica per farmi sapere che aveva deciso di prolungare la sua vacanza di un paio di settimane>>
Valentina si domandò perché stesse rivelando questioni personali a un perfetto sconosciuto. L’unico motivo che le veniva in mente era che aveva bisogno di parlarne con qualcuno. E Tim sembrava un bravo ragazzo, disposto a starla a sentire. Magari avrebbe potuto darle un parere imparziale.
<<e nonostante l’abbia avvertita, sta andando ugualmente a cercarla?>>
Il tono con cui Tim le rivolse la domanda suggeriva che non comprendeva le sue motivazioni. <<si, perché c’è un uomo di mezzo>>
Lui annuì lentamente. <<capisco>>
Probabilmente l’espressione del suo viso aveva tradito le sue parole, perché Valentina aggiunse: <<probabilmente lei penserà che non ci sia ragione di allarmarsi, signor Reumann, ma…>>
<<tim, chiamami Tim>>
Lei abbozzò un sorriso. <<d’accordo>> poi riprese la sua spiegazione. <<c’è un buon motivo se mi preoccupo. Mia sorella non ha mai fatto niente del genere>>
Lui annui ancora. <<perciò credi che possa esserci sotto qualcosa?>>
Valentina scossa la testa. <<no, credo che abbia a che fare con una specie di crisi. Mia sorella è più grande di me, ma viveva ancora con i nostri genitori che poco tempo fa si sono divorziati, e da allora non sembra più la stessa>>
Personalmente Tim non ci trovava nulla di strano: se una donna decideva di voler sparire nel Montana insieme a un uomo, era libera di farlo. Ma dall’espressione di Valentina era evidente che lei non la pensava allo stesso modo.

<<allora, che cos’hai intenzione di fare, quando la troverai?>> le chiese incuriosito.
<<ovviamente proverò e parlarle e a farla rinsavire>> rispose Valentina, le labbra tese in una linea decisa. <<mia sorella è la persona più tranquilla e posata che conosca>>
Valentina sospirò tra sé. <<scappare con un uomo che non conosce, che ha incontrato una sera a cena non è proprio da lei>> aggiunse.
La fervida immaginazione di Tim si mise in moto. <<e sei sicura che l’abbia seguito volontariamente?>>
Osservò Valentina bere un altro sorso di caffè prima di rispondere. <<si, c’erano dei testimoni: le amiche con cui mia sorella era partita. Hanno detto che una mattina ha semplicemente fatto le valigie e ha annunciato che avrebbe proseguito la vacanza insieme a questo tale, e di farmi sapere che stava bene e aveva rimandato il suo rientro. Ovviamente io non c’ho creduto, ed ero sul punto di chiamare la polizia, finchè non mi ha telefonato. Purtroppo non ero in casa quando mi ha chiamata, ma nel messaggio diceva chiaramente che stava bene e di non preoccuparmi. Ma io non riseco proprio a farne a meno>>
Era evidente, pensò Tim <<può restare assente dal lavoro così facilmente?>> chiese incuriosito da quel che Valentina gli stava raccontando.
<<si. Mia sorella è una libera professionista e può gestirsi il lavoro come vuole>>
Tim si appoggiò allo schienale. <<hai idea di dove cominciare a cercare? Il Montana è uno stato enorme>>
<<ho prenotato una stanza in un ranch appena fuori Bozeman, si chiama Silver Arrow. Ne hai mai sentito parlare?>>
Tim sorrise. Ne aveva sentito parlare, eccome. Il ranch era a cinque minuti da quello acquistato con gli altri componenti. Non gli dispiaceva affatto l’idea che lui e Valentina sarebbero stati così vicini. <<lo conosco bene. Praticamente saremo vicini di casa>>
Lei sorrise, come se trovasse piacevole quella prospettiva. O forse era solo la sua immaginazione, si rimproverò Tim, sorprendendosi a fissarle le labbra.
<<ho chiesto che mi procurino una guida che mi accompagni tra le montagne>> proseguì Valentina, strappando Tim alle sue fantasie.
<<tra le montagne?>> fece lui incuriosito.
<<già. È lì che quest’uomo ha portato mia sorella>>
Tim si bloccò con la tazza di caffè a mezz’aria. <<questo tipo ha portato tua sorella tra le montagne. Hai detto?>> lei annuì. <<e perché?>> insistette lui.
<<perché è lì che vive a quanto ne so>>
Tim trangugiò un sorso di caffè. <<davvero vive in mezzo alle montagne?>>. Aveva sempre pensato che nessuno oltre ai cugini di Kristian abitasse in un posto così isolato e lontano dalla civiltà.
<<si, da quel che sono riuscita a sapere, vive su questa enorme montagna>> rispose Valentina. <<pera che questo tale faccia parte di una band, proprio come te. Non sono riuscita a scoprire nome e cognome, ma a quanto ho capito da quelle parti lo conoscono come Kurt, Karl, Ken o qualcosa del genere>>
Il sorso che Tim aveva appena mandato giù gli andò di traverso e lo fece tossire convulsamente.
<<tim, va tutto bene?>> chiese Valentina preoccupata.
Lui la guardò, incerto se si sentisse bene o meno. L’uomo di cui aveva appena parlato corrispondeva in maniera incredibile al suo amico Kristian.
Ma…una donna? Proprio lui che non ne voleva sapere nulla?
Si schiarì la voce e la guardò negli occhi, augurandosi di aver capito male. <<stai dicendo che tua sorella è scappata insieme a un componente di una band, che vive in un ranch in mezzo alle montagne?>>
Valentina si tamponò le labbra con una salviettina e annuì.<<esatto. Riesci a immaginare una storia più assurda di questa?>>
No. In tutta onestà non ci riesco, se davvero stiamo parlando delle stessa persona. Rifletté su quel che Valentina gli aveva detto. Poi pensò a tutto quel che sapeva a proposito del suo amico. Kristian avevano affittato, insieme ai cugini, un ranch tra le montagne dove qualche volta andavano a passare l’estate insieme. Ma mai avrebbe pensato che avesse potuto portarci una donna.
La risposta che diede a Valentina fu del tutto sincera <<no, davvero non riesco a immaginare una storia più assurda di questa>>

Doveva averlo stordito con le sue chiacchiere, pensò Valentina, lanciando un’occhiata a Tim dopo qualche minuto. La conversazione si era affievolita poco a poco e ora lui se ne stava sprofondato nel sedile, la testa abbandonata all’indietro, gli occhi chiusi. Forse dormiva oppure era immerso nei propri pensieri.
Non poté fare a meno di approfittare per guardarlo meglio.
Se c’era un uomo che avrebbe descritto come bellissimo, quello era Tim. Non aveva le spalle larghe, ma tutti i muscoli si concentravano sulle braccia e Valentina pensò per un attimo come doveva essere stare abbracciata a lui. Distolse quella fantasia e continuò a guardarlo. Sebbene fosse seduto, non c’era dubbio che fosse molto alto. Ma quel che trovava intrigante erano di sicuro i suoi occhi leggermente a mandorla, e avrebbe tanto voluto che li aprisse, solo per scrutare ancora in quelle profondità oceaniche.
Erano azzurri con qualche striatura verde come l’oceano che si vedeva in quel momento dall’aereo, e quando l’aveva guardata era come se avesse potuto leggerle dritto nell’anima. Aveva i capelli biondo platino e lisci che gli arrivavano all’altezza delle spalle, zigomi alti e labbra sottili, ma che le avevano letteralmente fatto tremare le gambe non appena le aveva rivolto un sorriso. E la sua pelle bianca come il latte era una tentazione irresistibile…
Avrebbe voluto sfiorarla per vedere se davvero era morbida come sembrava.
Per la prima volta non pensava più alla paura che le metteva volare, ora che accanto a lei c’era l’uomo più affascinante che avesse mai visto.
Normalmente gli uomini non attiravano affatto la sua attenzione, non dopo quello che Federico le aveva fatto un paio di anni prima. Scoprire che l’uomo con cui era stata per ben tre anni aveva una storia con un’altra era stato un colpo difficile da superare. Da allora aveva deciso che nessun uomo meritava il suo amore. Alcune persone semplicemente erano destinate a restare da sole, e lei evidentemente era una di queste.
Appoggiò la testa contro lo schienale e corrugò la fronte, domandandosi se sua sorella non fosse scappata con un uomo perché dopo tanto tempo era stanca di stare da sola. Alessandra non aveva mai avuto un ragazzo e Valentina sapeva che questa fuga era dovuta forse anche al fatto del divorzio dei suoi genitori.
I suoi genitori erano entrambi laureati. Col passare degli anni, ciascuno si era lasciato assorbire completamente dalla propria carriera. Valentina e Alessandra non avevano mai dubitato che le avessero sempre voluto bene, ma era chiaro che pian piano avevano smesso di amarsi.
A parte questo però, il comportamento di sua sorella sembrava sconcertante e inspiegabile. Cosa poteva esserci in quell’uomo di così tanto speciale da spingerla a seguirlo addirittura in cima a una montagna? Come aveva detto a Tim, sua sorella era la persona più razionale che conoscesse, perciò non poteva essere altro che la conseguenza di una crisi. Non c’era altra spiegazione.
E che cosa avrebbe detto a sua sorella quando l’avrebbe rivista? Non ne aveva idea. L’unica cosa che sapeva per certo, era che avrebbe fatto di tutto per riportarla alla ragione. Non era normale che una ventottenne laureata e vaccinata decidesse su due piedi di fuggire con uno sconosciuto.
Valentina scosse la testa. Lei di anni ne aveva ventiquattro, e non le sarebbe mai venuto in mente di scappare con un uomo che non conosceva, nemmeno se fosse stato bello come Tim. Lo spiò di sottecchi e dovette ammettere che l’idea di fuggire da sola con lui era una fantasia piuttosto allettante.
Decisamente allettante.
Scacciò quel pensiero dalla mente, ripetendosi che per il momento una donna impulsiva e irrazionale in famiglia era più che sufficiente.

E se l’uomo che Valentina aveva descritto fosse stato veramente il suo amico Kristian?
Quella domanda continuava a tormentare Tim. Fingeva di dormire, ma soltanto perché non voleva che Valentina sospettasse quant’era sconvolto. Per un momento pensò di fare una telefonata agli altri. Se Kristian avesse rapito una donna, di sicuro i suoi amici lo sarebbero venuti a sapere. Ma non poteva parlare con Sebastian o gli altri, finchè Valentina gli stava seduta accanto. Doveva rassegnarsi e aspettare che l’aereo atterrasse, poi avrebbe fatto il terzo grado ad Hannes, visto che ne sapeva sempre più degli altri. Si augurava con tutto se stesso di essersi sbagliato e che ci fosse un’altra casa affittata tra le montagne il cui nome del proprietario iniziava per K.
Tim inspirò a fondo. Si sentì inondare ancora dal profumo di Valentina. A essere del tutto sincero, doveva ammettere che si era sentito cogliere dai bollenti spiriti fin dal momento che gli si era seduta accanto. Aveva cercato di ignorarla, fingendo di guardare fuori dal finestrino. Ed era quasi riuscito a escluderla dai suoi pensieri, finchè lei inavvertitamente l’aveva toccato.
E da quel momento non era più stato capace di tenere a bada l’eccitazione.
Sospirò profondamente. Di sicuro non avrebbe dimenticato quel volo. Aprì gli occhi e la scrutò. Valentina teneva gli occhi chiusi, le labbra si toccavano appena e il suo respiro era regolare. Pareva che finalmente le fosse passata la paura di volare e Tim ne era contento. Preferiva non riflettere troppo sugli impulsi protettivi che tutt’a un tratto provava per lei.
Si guardò attorno, cercando un posto dove poter fare due passi per sgranchirsi le gambe, ma avrebbe inevitabilmente dovuto far alzare Valentina. Preferiva non svegliarla, per paura che ricominciasse a parlare dell’uomo che poteva essere il suo amico. Finchè non fosse riuscito ad avere qualche informazione in più da Hannes, l’ultima cosa che voleva era darle l’impressione che le stesse mentendo.
La guardò ancora una volta e si sorprese ad ammirare quanto fosse bella. Per come la vedeva Tim, Valentina era l’ultima donna al mondo a cui un uomo avrebbe potuto mentire.

commentini bitte....^^
 
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cb4ever
view post Posted on 4/9/2009, 10:43




bella...non vedo l'ora di sapere il continuo....leggo parecchio e devo dire che è scritta molto bene...breva....


posso chiedere il continuo appena possibile??

grezie
 
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Dea Striky Yushy
view post Posted on 4/9/2009, 11:40




wow un primo commento!!^^
sono contenta che ti piaccia!!^^
ma vedo se arrivano altri commenti..poi continuo...
e comunque anticipo che non credo di postare rergolarmente...^^''
grazie di tutto baci^^
 
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cb4ever
view post Posted on 4/9/2009, 11:54




a me non interessa molto la regolarità ma il sapere che, prima o poi, leggerò il continuo...poi ripeto, essendo una che passa 3/4 di giornata a leggere, mi accorgo subito se una cosa mi piace ed è bella o no...
 
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Dea Striky Yushy
view post Posted on 4/9/2009, 13:27




quindi questa sarebbe una cosa bella che ti piace??!!XD
 
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cb4ever
view post Posted on 4/9/2009, 13:28




decisamente si...è scritta benissimo...e mi incuriosisce...
 
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Dea Striky Yushy
view post Posted on 5/9/2009, 16:15




continuo allora, visto che ti piace^^

Capitolo2
Il pilota completò l’atterraggio senza alcun problema, e mentre l’aereo procedeva rapidamente verso il terminal Valentina tirò un sospiro di sollievo. Si slacciò la cintura di sicurezza, mentre gli altri passeggeri si affrettavano a recuperare i bagagli dalle cappellerie.
<<hai bisogno di una mano?>>
Si voltò e incontrò lo sguardo di Tim. La sua voce era bassa, profonda e seducente, e una domanda qualunque era bastata a mandarle i battiti alle stelle.
<<no, ce la faccio da sola. Sto solo aspettando che l’aereo si svuoti un po’, prima di alzarmi. Ma se hai fretta mi faccio da parte>>
<<no, neanch’io ho fretta. Viene a prendermi un mio amico, ma di solito è sempre in ritardo>> rispose Tim ridendo.
E il suo sorriso le fece provare un insolito brivido, si rese conto Valentina, guardandosi intorno. La cosa migliore da fare era mettere quanta più distanza possibile tra lei e Tim Reumann, e al più presto, anche. Le bastava la sua vicinanza per non riuscire più a formulare pensieri razionali e, al momento, la ricerca di sua sorella le imponeva la massima concentrazione.
<<sai già come arrivare a Silver Arrow?>>
Valentina lo guardò negli occhi. <<si, mi hanno detto che avrebbero mandato qualcuno a prendermi>>
Tim annuì. <<peccato, ti avrei dato volentieri un passaggio. Sono sicuro che a Yu non sarebbe dispiaciuto, tanto è di strada>>
Valentina sollevò le sopracciglia. <<yu?>>
Tim sorrise. <<si, Hannes. Yu è il suo nome d’arte. È il chitarrista della nostra band>>
Valentina sgranò gli occhi. <<chitarrista della tua band, hai detto? Magari conosce l’uomo con cui mia sorella è scappata! Ammesso che non sia proprio lui>> esclamò Valentina con una vena di sarcasmo.
<<no, non può essere lui te l’assicuro>> si affrettò a dire Tim. Ma potrebbe conoscerlo meglio di quanto non immagini, avrebbe voluto risponderle. Sebbene lo sconosciuto sembrasse corrispondere in tutto e per tutto a Kristian, non riusciva a credere che davvero potesse aver portato una donna con lui. <<comunque si, può darsi che lo conosca>> ammise riluttante.
<<allora, se non ti dispiace, vorrei fargli qualche domanda>>
<<no, non mi dispiace affatto>> si augurava soltanto di riuscire a parlare a quattr’occhi con Hannes, prima.
<<adesso possiamo scendere>>. Tim si alzò e seguì Valentina lungo il corridoio.

Valentina guardò avanti a sé ed ebbe l’impressione che il corridoio fosse lungo un chilometro. Dovettero fermarsi di colpo,per aspettare che si smaltisse la fila di persone che stavano lentamente lasciando la cabina e Tim automaticamente le posò le mani sui fianchi, per evitare che perdesse l’equilibrio.
Lei si voltò e lo guardò da sopra la spalla. <<grazie>>
<<figurati, è un piacere>>
Valentina sorrise tra sé, pensando a cosa avrebbe detto se avesse saputo che era lo stesso anche per lei. Sentiva il suo petto forte e robusto premuto contro la schiena, e quando le mise le mani intorno alla vita, si rese conto della mascolinità del suo tocco. Non sospettava che fosse così alto, finchè non si era alzato in piedi. Quando si era voltata per ringraziarlo, il suo sguardo l’aveva lasciata letteralmente senza fiato.
Benché non portasse la fede, era impensabile che un uomo tanto attraente fosse single, si disse. Forse insieme al suo amico Hannes, era venuto a prenderlo anche una donna speciale…per lei, Tim Reumann aveva un fascino magnetico e irresistibile a cui nessuna donna poteva restare indifferente.
Lasciarono l’aereo e si avviarono fianco a fianco lungo la rampa che collegava l’aeromobile al terminal. <<allora, quanto hai intenzione di fermarti nel Montana?>> chiese Tim.
Valentina notò che aveva accorciato il passo per rimanerle accanto. Si voltò e incontrò i suoi occhi chiari. <<resterò finchè non riuscirò a trovare mia sorella e a parlare con lei: spero che non ci vorrà molto. Il proprietario del Silver Arrow mi ha detto che il ranch dove penso stia mia sorella non è lontano, ma visto che è circondato dalle montagne, non è facile da raggiungere. Ho preso accordi perchè mi faccia accompagnare in macchina da qualcuno del posto, fin dove è possibile. Poi proseguiremo a cavallo>>
Tim arcuò un sopracciglio e la squadrò con aria perplessa <<sai cavalcare?>>
Le labbra di Valentina si sollevarono in un sorriso. <<si, da ragazzina prendevo lezioni. Di sicuro inerpicarsi su per le montagne sarà impegnativo, ma dovrei cavarmela>>
Tim non ne era altrettanto convinto. Valentina sembrava troppo delicata e raffinata per affrontare un trekking a cavallo in mezzo alle montagne.
<<ecco un’altra cosa che non capisco>>
Le sue parole lo riportarono al presente. <<che cosa?>>
<<come mia sorella sia riuscita ad arrivare lassù. Che io sappia, non è mai montata a cavallo in vita sua>>
Tim annuì. <<probabilmente hanno montato insieme lo stesso cavallo. Si può fare, a patto che l’animale sia robusto>> spiegò. Immediatamente immaginò Valentina in groppa dietro a lui. Inspirò a fondo per recuperare il controllo, mentre immaginava le braccia di lei strette intorno alla vita, i suoi seni premuti contro la schiena, mentre il suo profumo dolce gli riempiva le narici.
Sbattè nervosamente le palpebre. Doveva piantarla di farsi trascinare da quelle fantasie. Era nel Montana per rilassarsi, non per lasciarsi coinvolgere in un’avventura sentimentale. Anche se doveva ammettere che se si fosse trattato di Valentina, non gli sarebbe dispiaciuto affatto.
Raggiunsero l’area arrivi. Tim si guardò attorno, e non si sorprese di non trovare Hannes ad aspettarlo. Aiutò Valentina a ritirare il bagaglio prima di recuperare il suo.
<<grazie per aver reso il volo molto più piacevole. È soltanto merito tuo se sono riuscita a dimenticare la paura di volare>>
Tim decise che era meglio non dire che lei invece gli aveva rammentato da quanto tempo non stava con una donna. <<vedi la persona che doveva venire a prenderti?>> le chiese, guardandosi in giro.
<<no. Forse farei meglio a chiamare. Mi scusi un secondo?>>
<<certo>>
Tim la guardò allontanarsi verso il telefono pubblico. In un completo pantaloni che le calzava alla perfezione, sembrava assolutamente fuori luogo nel bel mezzo del Montana. Tutte le altre donne indossavano jeans e T-shirt, mentre lei sembrava pronta a partecipare a un’importante riunione d’affari. Notò con aria compiaciuta l’ondeggiare dei suoi fianchi e il modo in cui a ogni passo i capelli le sfioravano le spalle.
<<non posso lasciarti solo un attimo, che subito fai conquiste, eh Shin?>>
Si voltò e si ritrovò davanti Hannes.
<<eravamo seduti vicini sull’aereo. È una bella ragazza>>
Hannes scoppiò a ridere e un’espressione impertinente gli si dipinse sul volto. <<tutte le donne sono belle!>>
Tim scosse la testa. Era risaputo che Yu era un vero casanova, e come Tim e Kristian, non aveva nessuna intenzione di accasarsi. A proposito di Kristian…
<<quand’è l’ultima volta che hai visto Kiro?>> Tim decise di andare dritto al sodo.
Il sorriso sul volto di Hannes si spense all’istante. <<è buffo che tu me lo chieda>> rispose, aggrottando la fronte. <<non lo vediamo da una settimana, ma sappiamo per certo che ha portato una donna nella casa tra le montagne>>
Proprio come Tim aveva temuto <<ne sei sicuro?>> <<l’ho vista con i miei occhi. Ha più o meno la nostra età e un accento italiano. È una bella donna>>
<<tutte le donne sono belle Yu!>> lo interruppe Tim con voce sarcastica.
<<si, molto divertente Shin!...Ormai sono in montagna da oltre una settimana e Kristian non risponde più al telefono, né si è fatto sentire. Se non l’avessi visto di persona, non avrei mai creduto che avesse fatto un simile strappo alla regola. Lo sai anche tu che non vuole saperne nulla delle donne>>
Tim si appoggiò alla balaustra. I pensieri gli turbinavano nella mente alla velocità della luce. <<sei sicuro di non sapere chi è questa donna?>>
<<di sicuro non è una parente, a giudicare dal modo in cui si comportavano. Non vedeva l’ora di salutarci per portarsela nella casa dei cugini. Che premetto, non ci sono. So solo che la chiamava Ale. E, parola mia, di sicuro lei deve aver trovato il modo per far capitolare Kris>>
Tim vide che Valentina stava tornando verso di loro. Dall’espressione sul suo viso, era chiaro che aveva sentito quel che Hannes aveva appena riferito.
Grandioso…
Hannes si voltò nella direzione in cui Tim stava fissando e scoccò un sorriso consumato alla ragazza che veniva verso di loro. Tim sorrise tra sé. Non c’era da meravigliarsi che il suo amico fosse tanto affascinato: Valentina era veramente una visione.
Hannes fece per presentarsi, ma si rese conto che c’era qualcosa che non andava. Era ovvio che la sconosciuta era arrabbiata. E quando parlò, lo lasciò letteralmente a bocca aperta.
<<credo che la donna di cui state parlando sia mia sorella>>

Valentina notò la differenza che c’era tra i due uomini. Erano entrambi molto alti e attraenti. Ma Hannes aveva i capelli neri con ciocche rosse, era molto più robusto di Tim e pieno di piercing e tatuaggi. Quello che la colpì maggiormente erano gli occhi color ghiaccio che la fissavano.
Ammise che se avrebbe incontrato prima l’altro, probabilmente avrebbe provato la stessa attrazione. Ma negli occhi di Tim aveva scorto una dolcezza che invece mancava nello sguardo dell’amico.
Era chiaro che le sue parole l’avevano colto di sorpresa. Appena guardò Tim, dedusse che doveva aver sospettato fin dall’inizio chi potesse essere l’uomo con cui era fuggita sua sorella.
Arcuò un sopracciglio e gli lanciò un’occhiata di fuoco. Si era fidata di lui al punto da raccontargli di sua sorella. Perché lui non le aveva detto che sospettava che potesse essere un suo amico?
Tim le lesse la domanda negli occhi. <<non lo sapevo, Vale, o almeno non ne ero sicuro al cento per cento>> disse in tono basso e misurato. <<e anche se credevo che potesse trattarsi del mio amico, non volevo agitarti, senza prima avere notizie sicure>>
Valentina si lasciò sfuggire un sospiro. Dopotutto , il suo ragionamento filava. <<e va bene>> concesse. <<che cosa facciamo adesso?>>
Hannes sembrava confuso, il suo sguardo rimpallava da Tim a Valentina. <<perché dovremmo fare qualcosa? Quando ne avranno avuto abbastanza, scenderanno dalla montagna>>
Tim soffocò una risata, alla vista dello sguardo furioso che Valentina indirizzò al moro. Quanto a delicatezza, Yu non era esattamente un modello da imitare.
<<valentina, ti presento Yu o Hannes De Buhr, come preferisci>> intervenne Tim, per interrompere il gelido silenzio che era calato.
<<sebbene Hannes e io siamo certi che Kristian non farebbe mai del male a tua sorella, ovviamente ci rendiamo conto che tu voglia assicurarti di persona che stia bene>>
Tim vide un sorriso allargarsi lentamente sul viso di Hannes. Tra le righe, aveva capito che gli stava chiedendo di comportarsi bene e di mostrare un minimo di tatto.
<<ti chiedo scusa, se quel che ho detto ti ha fatta arrabbiare, Valentina>> disse Hannes, stringendole energicamente la mano. <<non mi ero reso conto che tu fossi in pensiero per tua sorella. In tal caso, faremo tutto il possibile per aiutarti. E lascia che sia il primo a darti il benvenuto nel Montana>>
Tim alzò gli occhi al cielo. Nessuno era bravo come Hannes a trasformarsi nel giro di pochi secondi in un perfetto seduttore. Vide lo sguardo di Valentina addolcirsi e sorrise. Sebbene quell’occhiata non fosse diretta a lui, non potè resistere all’emozione che gli scatenò dentro.
<<ora che ci siamo chiariti>> intervenne <<che ne dite se ce ne andiamo da qualche altra parte a parlare con calma? Hannes hai detto di aver incontrato la sorella di Valentina, quando lei e Kris si sono fermati da voi, sulla strada della montagna>>
Yu aveva un sorriso idilliaco stampato in faccia. <<esatto, e ho anche sentito Sebastian che scambiava qualche parola con lei, mentre Kiro caricava le provviste. Da come parlava mi è sembrata una donna di gran classe>>
Valentina annuì in segno di approvazione. <<sono d’accordo con Tim. Vorrei arrivare al ranch di Silver Arrow per darmi una rinfrescata e disfare i bagagli e poi, se siete d’accordo, vorrei farvi qualche domanda>>
Hannes lanciò un’occhiata d’intesa a Tim. Forse voleva fargli capire che c’era qualcosa a proposito di sua sorella e Kiro che Valentina probabilmente avrebbe preferito non sapere.
Tim fece un cenno con la testa. Hannes si rivolse a Valentina: <<certo, per noi va bene. È già arrivato qualcuno a prenderti o possiamo darti un passaggio?>>
<<non voglio darvi troppo disturbo>>
Hannes sorrise <<nessun disturbo. Il Silver Arrow è di strada verso il nostro ranch>>
Valentina assentì <<allora grazie, accetto volentieri il passaggio. Al telefono mi hanno detto che la persona che doveva venirmi a prendere è malata, e che stavano cercando qualcun altro per sostituirla>> Hannes le tolse di mano la borsa da viaggio. <<problema risolto>>

Valentina era seduta sul sedile posteriore della jeep di Hannes. Sebbene fosse tutt’altro che contenta di dover essere venuta fino nel Montana, non poteva che ammirare quella splendida giornata di giugno. La bellezza della natura che la circondava era indescrivibile. In lontananza si stagliavano le Montagne Rocciose e i prati che fiancheggiavano la strada erano pieni di fiori selvatici. Aveva sempre sentito dire che i paesaggi del Montana erano uno spettacolo, ma non avrebbe mai immaginato niente del genere.
<<allora, quanto prevedi di fermarti dopo che avrai incontrato tua sorella, Valentina?>> fece Tim, voltandosi a guardarla da sopra la spalla. Era letteralmente rapita dal panorama. Gli aveva già detto che si sarebbe fermata lo stretto necessario, ma Tim sapeva che il Montana era un posto incantevole, capace di conquistare chiunque. E lui doveva ammettere che c’era qualcosa di speciale in Valentina che stava già conquistando anche lui. Era seriamente in pensiero per sua sorella e , più di ogni altra cosa, lui voleva aiutarla a risolvere la situazione.
Lei distolse lo sguardo dal paesaggio e lo spostò su Tim. <<pensavo di ripartire subito dopo averle parlato, ma potrei anche fermarmi un po’ di più. Questo posto è magnifico>> disse, guardando fuori del finestrino.
Si voltò verso Tim. <<visto che non ho esami in vista, non devo preoccuparmi di prendermi qualche giorno in più. Non mi capita spesso di andare in vacanza d’estate. Di solito ho gli esami o do lezioni private a ragazzi più giovani, perciò non mi dispiacerebbe affatto prendermi una pausa, anche se preferirei che questo viaggio fosse stato pianificato>>
In tutta sincerità a Tim non importava com’era capitata nel Montana, era semplicemente felice di averla incontrata. Si augurava che le cose si sistemassero tra lei e sua sorella, ma aveva la sensazione che per Valentina fosse inaccettabile che d’un tratto una persona potesse decidere di fare qualcosa che fino a un momento prima avrebbe considerato impensabile. A quanto sembrava, nel mondo in cui viveva, tutto andava sempre secondo i piani.
Sorrise tra sé. <<be’, se decidi di fermarti, mi piacerebbe farti da guida. Ormai è da molto tempo che abbiamo questo ranch e ho avuto tutto il tempo per ispezionare tutta la zona, e ti assicuro che c’è molto da vedere>>
Valentina sorrise timidamente. <<grazie, potrei prendere sul serio la tua offerta>> rispose <<ma dimmi un po’, che tipo è il vostro amico Kristian?>> chiese, appena un po’ incerta. <<so che Hannes ha detto che di lui ci si può fidare ad occhi chiusi, ma vorrei capire che cosa c’è in quest’uomo che ha spinto mia sorella a comportarsi in modo così insolito>>
Tim lanciò uno sguardo a Hannes e lo vide ridacchiare sotto i baffi. Perlomeno aveva la decenza di stare zitto. Non c’era bisogno che Valentina sapesse che Kristian aveva fama di rubacuori.
Tim non sapeva che cosa dirle. Anche per lui era semplicemente assurdo che avesse deciso di portare sua sorella nella casa dei cugini in mezzo alle montagne. Era impaziente di fare una chiacchierata a quattr’occhi con Sebastian e gli altri per farsi raccontare tutti i dettagli.
<<credo che a volte capitino cose che sfuggono alla logica, Vale, e sembra che sia proprio quel che è capitato a tua sorella e a Kristian. Dici che lei si è comportata in modo inspiegabile, ma per lui è lo stesso. Lo conosco da più di dieci anni e ti assicuro che dopo che una ragazza gli ha infranto il cuore, non ha più avuto relazioni. E si era ripromesso di non avere più niente a che fare con le donne>>
Valentina sollevò un sopracciglio. <<e che razza di regola è questa?>>
Tim sorrise. <<oltre alle sue cugine, non l’ho mai più visto con una ragazza dopo quello che è successo. In tua sorella ci dev’essere qualcosa di speciale che gli ha fatto cambiare idea>>
Un pensiero fugace attraversò la mente di Tim. <<è possibile che Kristian e tua sorella si conoscessero già?>>
Valentina aggrottò la fronte. Ci aveva pensato anche lei, ma non capiva come potesse essere possibile. <<potrebbe anche darsi. Di sicuro spiegherebbe molte cose. Lei è venuta a tutti i vostri concerti in Italia fino ad ora, non so se ha partecipato a qualche meeting e lo ha incontrato lì>>
<<no, credo che Sebastian l’avrebbe riconosciuta visto che non si scorda mai la faccia di una persona. Allora non c’è che una spiegazione per questa storia>> concluse Tim sottovoce, lanciandole un’occhiata di sottecchi
<<e sarebbe?>>
<<un colpo di fulmine>>
Tim vide Valentina aprir bocca per escludere categoricamente quella possibilità, ma non riuscì a dire nulla. Meglio di chiunque altro avrebbe dovuto sapere che era possibile, eccome, visto che loro due erano appena rimasti folgorati da un’attrazione irresistibile e negarlo sarebbe stato assolutamente inutile.
<<potrebbe anche darsi>> aggiunse dopo qualche istante, <<ma può essere tanto potente da spingere una persona talmente posata a fare qualcosa di così avventato?>>
Tim ridacchiò. <<credimi, Vale, non è la prima volta che mi capita di vederlo>>. Aveva pensato immediatamente ai suoi amici Sebastian e Romeo. Sicuri che mai e poi mai si sarebbero fidanzati, nessuno dei due aveva esitato a cambiare idea, non appena aveva incontrato la donna giusta. Erano due esempi perfetti di dove poteva portare quell’attrazione fatale.
<<be’, non riesco davvero a immaginare che sia capitata una cosa del genere a mia sorella>> lo rimbeccò Valentina. <<kristian ha il telefono, lassù tra le montagne?>>
Tim annuì. <<sì>>
<<allora mi servirà il numero. Voglio chiamare e far sapere a mia sorella che sto arrivando>>
Hannes, che se n’era rimasto in silenzio per tutto il tragitto, scoppiò a ridere. <<metterti in contatto con loro potrebbe essere più difficile del previsto>> disse, senza distogliere lo sguardo dalla strada.
<<perché?>> fece Valentina incuriosita. <<le linee sono forse interrotte?>>
<<no, ma abbiamo provato a chiamare negli ultimi giorni, per ricordargli che Tim sarebbe venuto entro breve, e non ci ha mai risposto>>
Le sopracciglia di Valentina s’inarcarono. <<non ha mai risposto? Ma… e se fosse capitato qualcosa, per cui non riescono a rispondere al telefono? E se…>>
<<…non volessero essere disturbati, magari?>> suggerì Tim. Lesse tutto lo stupore e l’incredulità sul volto di Valentina. Prima o poi avrebbe dovuto accettare il fatto che sua sorella aveva deciso di prolungare la vacanza perché era stata lei a volerlo, e che nessuno l’aveva obbligata a farlo. A quanto sembrava, non era stato Kristian a costringerla a seguirlo fino alla casa dei cugini. Doveva solo farsene una ragione.
Lei non rispose. Si voltò e continuò semplicemente a fissare fuori del finestrino. Tim incamerò un respiro profondo e si appoggiò allo schienale. Almeno le aveva dato qualcosa su cui riflettere, e al momento sembrava la cosa migliore.
 
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view post Posted on 10/9/2009, 21:29

SUGAAA~!

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wooooow *-*
continuaaa!
 
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cb4ever
view post Posted on 26/10/2009, 15:02




ehiiiiiii......i capitoli sono belli però io sto ancora aspettando il continuo
 
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xXxChiyo BiZaRrExXx
view post Posted on 9/11/2009, 21:02




tesò io mesà ke nn la continuo più!! ne ho da fare altre! mi disp tnt...mi farò perdonare con una yaoi un po' piccante anche se quando non lo so!...la sto rivisionando tutta e sono più di 6 capitoli...non so quando finirò!...
x adesso ti bacio e ti saluto!!!kusse AnNiKa<3
 
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9 replies since 3/9/2009, 21:11   387 views
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