xXx Getting Sweeter xXx, *Quel Semplice Odore di Te*

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g[!]uLiA_KaTee
view post Posted on 31/8/2009, 23:53




xXx Getting Sweeter xXx



Prologo

La macchina faceva un odore di nuovo, sapete quell’odore inclassificabile che ha ogni auto acquistata di recente? Bhe l’odore era proprio quello. I costosi interni in pelle mi facevano sudare le cosce seminude, ma non mi importava.
In quell’istante erano solo due le cose che mi importavano: uno, che quella maledetta mano percorresse il più velocemente possibile il mio interno coscia; due, che semplicemente si sbrigasse a togliermi quel fottuto perizoma di dosso. Non era mai stato così scomodo ed indesiderato.

Il mio nome è Lily Jean Burton, e questa è la mia storia, se non vi va di ascoltarla potete pure cambiare pagina, perché di certo non è una favola che io racconterei ai miei figli per farli addormentare.

Capitolo 1

L’estate non mi era mai piaciuta poi così tanto, infondo l’unica cosa positiva di quella torrida stagione era la mancanza della scuola. – Ricordami ancora perché mi stai mandando a Berlino.- Ripetei a mia mamma che col suo solito stress continuava a prepararmi la valigia, che era spalancata sul mio letto, già piena di roba. – Non conosci affatto la mia famiglia, ne abbiamo già discusso … Non farmi tornare sugli stessi argomenti. Poi il tedesco è molto importante, e li a Berlino non starai mica sola. C’è Sebastian, il figlio di mia sorella. È un così caro ragazzo! Ti aiuterà a socializzare, e poi il tedesco è molto importante!- Ripose ancora tre o quattro felpe dentro l’enorme valigia rosa. – Ma il tedesco lo parlo già con te qui. Non vedo dove sia la novità.- Sebastian, sarà uno sfigato cronico questo cugino. – Un anno lì non ti farà mica male, sai!- Da brava adolescente qual’ero avrei dovuto esserne felice, o avrei dovuto maledirla anche in turco. Ma io non feci nulla di questo. Da brava adolescente qual’ero cominciai a fregarmene. Voleva spedirmi in Germania un anno per non guardarmi in faccia? Non mi importava, avrei sicuramente riscontrato i lati positivi nella mia permanenza nella patria della birra. Ma francamente non mi importava più di tanto. Non mi affannavo a cercare di immaginarmi come sarebbe stato o cosa sarebbe accaduto, avrei preso tutto alla leggera e come capitava, come sempre d’altronde. – Allora, la biancheria sta in fondo verso la destra, poi ti ho dato qualche asciugamano anche se so che tua zia Jill ti darà sicuramente un kit nuovo e tutto rosa, ha sempre desiderato avere delle figlie femmine. Ma ha 2 figli. Sebastian e Bart che è il più piccolo.- Che palle con questa storia di sua sorella Jill. –Dicevo? Ah, già. Poi qui ci sono i jeans, t’ho messo quelli stretti grigi chiari, quelli neri, quelli blu e un paio grigio scuro, poi per altre evenienze hai i contanti e la carta di credito. Qui le magliette. I calzini sono nel cestello a parte. – Bla bla bla.
Finalmente riuscii a liberarmi da mia madre, non so se considerarla uno scherzo del destino o la cosa più strana che mi sia capitata, anche se rileggendo c’è solo un’invisibile filo che separa le due cose.
-Quindi è vero che te ne vai?- Dal ciglio del mio vialetto con giardino il mio migliore amico mi guardava con degli occhi indecifrabili. Rimasi immobile, il cielo si oscurò improvvisamente, ma non del tutto, il sole si coprì solo parzialmente. Leo mi guardava dritta negli occhi. Ed io ero li immobile ad aspettare un rewind, perché sinceramente non ci stavo a capire un cazzo. Tutto era successo talmente in fretta. Mio padre, l’incidente, e poi mia madre e il suo nuovo compagno e la loro fottutissima privacy. Sapevo solo che il 15 Luglio alle 6.15 sarei dovuta partire per Berlino. L’unica informazione sicura, solo perché era cartacea. Ma del resto sapevo poco. Sapevo poco su quel che avrei dovuto fare li, sapevo poco su quello che avrebbe dovuto fare mia madre a casa. Fatto sta che Leo mi guardava ancora, ed io ricambiavo intensamente il suo sguardo, tanto da avvertire un fastidioso bruciore agli occhi. – Sì, mia madre fa sul serio. – Abbassai la testa e lasciai che la cascata dei miei capelli biondi e morbidi mi ricadesse sugli occhi. Leo intanto si era avvicinato a me. – Mi mancherai se è così. - Sentii che le sue mani scorrevano prima sui miei fianchi per poi incontrarsi sulla mia schiena. Appoggiò il mento sulla mia spalla, mentre io stavo li ferma e rigida come un’idiota con i capelli tutti davanti al viso. – Magari mi vieni a trovare. – Bisbigliai. – Magari ti vango a trovare, sì. - Cazzate, le solite cazzate che si dicono solo per circostanza.
- Bene. – Sussurrai. Leo mi spostò i capelli da davanti agli occhi, e cominciò ad accarezzarli, come piaceva a me. Ricambiai lievemente l’abbraccio, allungando le mie mani per circondargli il collo. Ma alla fine ottenni solo una scrollatina, nient’altro. – Beh che sarà mai. Un anno. – Dissi io infine, lasciandomi un po’ trascinare anche dalla situazione. Sorrisi. Oh quanto odiavo sorridere quando dentro di me morivo. Ma non mi andava di lasciare l’Inghilterra infuriata col mondo e con me stessa. La mia vita inglese era la mia vita inglese, adesso dovevo solo scrivere un’altra parte del mio libro. Parte Seconda, Vita Tedesca. Voilà. Facile, semplice. – Berlino, ricordati, Berlino. Non è poi così sconosciuto come nome. Se proprio lo dimentichi, vai su google e cerca “Capitale Germania”, qualche sciocco secchione o qualche laureato in geografia credo abbia scritto la risposta su Yahoo Answer. – Ridacchiò di gusto e io non sarei mai riuscita ad immaginarmi una vita senza il suo sorriso, ma aimè sarebbe dovuta iniziare due giorni dopo. In fin dei conti era già tutto pronto. Zia Jill e zio Greg che mi aspettavo con un sorriso sincero con un cartellino con su scritto “Lily Jean Burton, London” in aeroporto. Sebastian e Bart li a preparare la mia stanza. Magari anche un cagnolino che scodinzola solo per me all’ingresso. Mah, magari mi avrebbero accolto con una festa. O magari solo con un loro abbraccio. Chissà com’era fatta una famiglia vera, me lo chiedevo da quando a 13 anni mio padre finì sotto quel dannato camion. – Credo che tua mamma abbia un’altra crisi di nervi. Ti sta chiamando. – Mi staccai da lui, gli diedi un bacio dolcissimo sulla guancia ed entrai dentro. – Mamma? – Chiesi. Christopher Portland, il nuovo fidanzato di mamma, mi si presentò davanti con un sorriso marcato e un bicchiere di te freddo alla pesca in mano. – Come và Lily? Vuoi un po’?- Mi porse il bicchiere, che io cordialmente rifiutai. Il fidanzato di mamma aveva solo 2 anni in più di lei, ma sembrava molto giovane per la sua età. – Bene Chris, mia mamma mi ha chiamata forse?- Si voltò per vedere dove lei fosse. – Lillian, tesoro! – Dall’alto mia madre strillò un – Tesoro!- Finalmente quella pazza di mia madre scese dalla soffitta e ci raggiunse. Passammo la serata in famiglia, se quella si poteva considerare tale. Si, stavo bene con Chris e mamma, però il vuoto che mio padre aveva lasciato in quella grande casa non so se poteva essere rimpiazzato così facilmente.



Spero vi piaccia, l'ho scritta tempo fà ma non ho avuto tempo per postarla :)
 
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view post Posted on 1/9/2009, 09:14

SUGAAA~!

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carino come inizio!
continua!
 
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g[!]uLiA_KaTee
view post Posted on 1/9/2009, 11:24




Grazie mille ^^ cercherò di postare anche oggi pomeriggio se ti và!:)
 
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view post Posted on 1/9/2009, 18:27

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continuaaa! T^T
 
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g[!]uLiA_KaTee
view post Posted on 1/9/2009, 19:46




Capitolo 2

I pazienti del volo K1264 per Berlino, Germania sono pregati di recarsi all’uscita di imbarco muniti di biglietto e documento di riconoscimento. Mia madre, nonostante la fretta che aveva avuto a spedirmi dalla sorella, mi correva dietro con un fazzoletto bianco in mano, mentre Chris la teneva stretta a se. – Non dimenticare di chiamarci appena arrivi! – Aveva gli occhi arrossati e umidicci. Sorrisi e svoltai l’angolo senza voltarmi più indietro.
L’aeroporto di Berlino era immenso. Pullulava di gente da tutto il mondo. Un agglomerato di colori, lingue e nazionalità. I bagagli arrivarono subito e mi recai all’uscita.
Cercai imbarazzata tra la folla una coppietta felice e sorridente che stringeva il cartellino. – Ehi tu! Lily!!- Mi voltai, una voce maschile mi chiamava. Ma non riuscivo a distinguerla da tutta la folla. Fin quando sentii che qualcuno mi afferrava per l’avambraccio. Mi voltai di scatto e vidi due ragazzi. Uno dai capelli neri e l’altro dai capelli ramati. Entrambi però avevano degli occhi azzurri e magnifici. – Hi, I’m your cousin Sebastian. – Incominciai a ridere, non riuscivo a credere che quei due fossero i miei cugini Bart e Sebastian! – Ciao, parlo tedesco! Non vi preoccupate!- Il moro cominciò a ridere mentre il rosso cominciò a dire che se lo aspettava. – Dovremo migliorare quella pronuncia tedesca ma per il resto te la cavi abbastanza in inglese. – Non mi ero soffermata più di tanto nell’ammirare mio cugino. Quello “sfigato” di Sebastian era bellissimo. I capelli erano lunghetti e neri, e sotto quella coltre di ciuffetti neri e lisci spiccavano quei suoi begli occhi azzurri. – Lui è Bart. – Un ragazzino mingherlino e un po’ scarno mi si presentò sorridente. Aveva una manciata di lentiggini in faccia e il viso non dimostrava più di 14 o 15 anni. –Ah quanti anni hai? – Sorrisi. –Quasi 16. – Disse lui fingendosi interessato alla discussione. – Oh, hai un anno in meno di me! – Mi trattenni dal ridergli in faccia. – Eggià.- Lo vedevo vestito da skater, pantaloni larghi e maglia larga. Polsini neri e quant’altro. Sebastian però era il più strano. Era molto androgino, e avrei giurato che quello spruzzo di nero intorno agli occhi fosse eye-liner. Aveva una camicia nera a maniche corte e una cravatta a scacchi nera e bianca e delle Vans a scacchi.
-Vogliamo andare a casa o facciamo salotto qui?- Sebastian prese immediatamente la mia valigia mentre a Bart toccò prendere il mio borsone. – Ma so fare da sola. Non vi preoccupate.- I due scoppiarono a ridere. –Però, non mi sarei mai immaginata di avere una cugina così sexy.- Ridacchiando tirò fuori le chiavi di una Suzuki Swift nera. – Mi prendi in giro? – Risi anch’io. Chi l’avrebbe immaginato il macello che avremmo combinato insieme?

Casa dei miei zii era come la nostra. Villetta con giardino attorno, già mi sentivo a casa mia.
-Corri a prepararti, metti qualcosa di più…come dire. Cambiati e basta. Si esce.- Sebastian mi scaricò le valigie in quella che per un anno sarebbe stata la mia camera. Era grande, aveva una bellissima vista sul parco, il letto era a due piazze ed aveva un lenzuolo rosa magnifico. C’era anche la televisione completa di lettore DVD. –Lily fra dieci minuti entro!- Incominciai a scegliere ciò che avrei indossato per uscire con Sebastian, anche se francamente avrei preferito buttarmi su quel lettone e dormire per tutto il resto della mia vita. Ma non mi sarei ambientata. Perciò mi misi subito all’opera. Stavo cominciando a mettere una gonna quando Sebastian entrò noncurante dentro la mia stanza. – Hai intenzione di mettere quella maglia sopra?- Indicò con un esplicitò ribrezzo la polo verde e bianca sul letto. – Sì, perché? –
Ma lui parve non sentirmi, stava aprendo l’armadio e uscii un po’ di roba non mia. –Mi sono permesso di fare un po’ di shopping per te la settimana scorsa. Ed ecco potresti mettere questo vestitino?- Indicò un magnifico vestito grigio perlato largo e corto con tulle. – Immaginavo avessi le forme giuste per metterlo cara cugina. – Mi porse il vestito e un cinturone viola da mettere sotto il seno e io aspettai che uscisse ma lui si piazzò proprio seduto sul mio letto a guardare la tv. –Ehm, Sebastian. Dovrei cambiarmi. – Dissi io. – Non ti preoccupare, non mi imbarazzo.- Il gran figo del mio cuginetto mi sorrise con fare cordiale e tornò al suo telefilm. Al chè io mi spogliai da dietro l’armadio e misi il vestito. Sciolsi i capelli e lasciai che mi ricadessero sulle spalle. Misi le mie scarpe alte grigie che sembravano essere create per quell’abito e mi truccai di nero e grigio. – Vado bene adesso? – Mio cugino si voltò, nel frattempo si era cambiato. Aveva una camicia bianca lasciata un po’ aperta, una giacca nera e dei pantaloni neri. – Stai una favola baby. – Era davvero sbalordito. E io un po’ compiaciuta.
Il locale dove andammo credo fosse una sottospecie di villa. C’era un ballo. Uno di quelli organizzati dalle scuole, e che centravo io? Ero l’imbucata di turno. Mio cugino indossava dei guanti e poco prima di entrare mi porse una maschera magnifica, grigia e decorata da swarosky e piume. Anche lui indossò una maschera bianca. –Pronta per conoscere i miei amici? – Mi chiese lui porgendomi il suo braccio all’ingresso della sala enorme. – Sono così terribili? Ho davvero bisogno di una preparazione mentale?- Chiesi io sorridendo. – Oh, non ti immagini nemmeno.- La musica era martellante, non capivo nulla di tutto quello che Sebastian mi stava dicendo, nonostante lo stesse dicendo ad alta voce. Mi portò in mezzo a dei ragazzi. Tutti vestiti elegantemente. Non ci trovavo nulla di strano infondo. – Allora Lily, loro sono Kristian, Felix, Tim e Dirk. – Diedi la mano a tutti. – Lei è mia cugina, Lily Jean. Ve ne ho parlato, credo. Comunque lei è inglese.- Cercando di abituarmi a quelle luci tremendamente irregolari, squadrai i volti nascosti anch’essi da maschere degli amici di mio cugino. Il primo, Kristian, era un nanetto biondo, e anche con la maschera nera si potevano notare delle guanciotte morbide. Felix era alto ed avvolto da un magnetismo un po’ inquietante. Aveva una maglietta a rete, e una pelliccia folta su una spalla nonostante fossimo a metà Luglio. Tim era scarno biondo e molto androgino, però mi sentii decisamente attratta da quegli occhi grigi. L’ultimo era Dirk. Decisamente sexy. Decisamente mio. Prenotata. Alto muscoloso ma al punto giusto e sui punti giusti, aveva una camicia aperta che mostrava un tatuaggio sul petto. I capelli erano lunghi e neri. Gli occhi erano verdi, sì; e mi stavano spogliando.


Aspetto commenti *-*
 
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view post Posted on 1/9/2009, 20:31

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ahahahaha xD la descrizione di Bart mi fa un po' ridere ^^
muhahaha xD Yu decisamente sexy :shifty:
SPOILER (click to view)
Ma lui è mooolto sexy *ç* è PROVOCANTE *ç*
continuaaa!
 
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g[!]uLiA_KaTee
view post Posted on 1/9/2009, 22:57




Hihihih asd
grazie mille *.*
Continuerò presto :)
 
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MissBizarreDoll
view post Posted on 24/10/2009, 23:42




nuova lettrice,scusa x il ritardo, questa ff ha un bell'inizio, continuaa ...
 
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« Denni »
view post Posted on 25/10/2009, 20:14




Nuova lettrice, sveglia come una volpe dato che si è accorta solo ora di questa FF!
Scusami, ma solitamente commento solo le fiction scritte bene, e dato che su questo forum per ora stavo leggendo solo quelle di viovalo e Dawn93 non mi era passato per la mente di andare a vedere se c'era qualcos'altro. Come fan fic è carina, scritta bene, ho notato solo un errore: "I pazienti del volo K1264 per Berlino, Germania sono pregati di recarsi all’uscita di imbarco muniti di biglietto e documento di riconoscimento.". Non si dice pazienti, assolutamente, i pazienti sono coloro che devono ricevere cure. Qua credo che tu intendessi "passeggeri". Per il resto l'inizio mi appassiona!
Insomma, il prologo ti mette la pulce nell'orecchio, ti invoglie a leggerla, e ti dirò che anche mia madre è così: prima mi fa un "torto" e poi si incazza se mi arrabbio, solo che per ora non mi ha spedito a Berlino (e io direi: che peccato!). Comunque sia, aspetto il terzo capitolo, e non farci attendere troppo!
xoxo
Dee.
 
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view post Posted on 17/1/2010, 15:36

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+.+ bellissimaaaaaaaaaa
 
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g[!]uLiA_KaTee
view post Posted on 30/3/2010, 18:58




Non so perché lo faccio ma lo posto...
spero possa piacervi, mi scuso per i continui super ritardi :(

Capitolo 3

Durante la festa non ebbi granché tempo per parlare con gli amici di mio cugino, anche perché quest’ultimo mi invitava sempre a ballare con lui. Se non fosse stato per la stretta parentela avrei pensato che ci stesse provando. Per tutta la serata però, vidi fissi su di me gli occhi di quel Dirk. E mi piaceva.
Ero esausta di ballare e non so per quale ragione mi ritrovai a prendere un po’ di fresco sul terrazzo.
L’aria lì a Berlino era più fresca che a Londra, dove invece era più umida, satura di pioggia. – Non ti stai divertendo?- Una voce che non conoscevo. Una voce profonda e maschile. Mi voltai e vidi il mio molestatore personale, Dirk. – No, anzi. Voi berlinesi sapete come divertirvi.- Sorrisi e reindirizzai lo sguardo verso la panoramica che la villa mi stava concedendo. – Allora, che programmi hai per domani?- Chiese il moro cercando di visualizzare il punto che stavo fissando da qualche secondo con malinconia. – Non so ancora. Ma conoscendo Sebastian, credo di averne già parecchi.- Dirk rise. Io risi. Ero stranamente nervosa in sua presenza. Mi voltai e lasciai che le sue braccia mi circondassero. – Togliti la maschera.- Mi voltai e sentii i polpastrelli di Dirk che percorrevano il mio collo. Brividi. – Allora, non mi lasci vedere il tuo bel visino?- Il suo bacino era sempre più vicino al mio. – Devo proprio andare.-
Lo scansai con un braccio ed entrai nell’enorme stanza addobbata da lucine e striscioni dorati e argentati.
-Dov’eri finita? – Mio cugino era alle mie spalle. Avevo solo voglia di tornare a casa, le due ore di volo cominciavano a pesare. I tacchi facevano un male poi. – Oh, ero a prendere una boccata d’aria.- Sorrisi e gli presi una mano. Sfilai un guanto e gli accarezzai le dita affusolate. Lui sollevo lo sguardo e lo indirizzò proprio ai miei occhi incorniciati da quella maschera bellissima. – Che si fa?- Chiesi avvicinandomi all’affascinante e baldo cugino. – Credo sia ora di tornare.- Esordì lui con un sorrisetto un po’ malizioso. Non avevo ancora fatto caso al piercing che Sebastian aveva al lato inferiore della bocca. Un cerchietto metallico che stava attraendo sempre più le mie labbra. Involontariamente lo sfiorai con la punta dell’indice sinistro e lui fece scivolare una mano sul mio fianco, avvicinandomi sempre più al piercing che stavo fissando.
Benvenuti nel mio cervello. Una voce metallica dall’altra parte di un megafono lo urla in tutte le lingue, pure in arabo. Non ci capivo più nulla. Credo che quella misera ora di fuso orario mi avesse stecchito.

Il risveglio fu a dir poco traumatico, so solo che fu tra le braccia di Sebastian, che dormiva ancora come un angioletto. Mi chiedevo dove fosse il resto della famiglia, sapevo solo di essere seminuda, e nello stesso letto col mio bel cugino di primo grado, cosa non molto propizia per essere solo il secondo giorno.
Mi alzai lentamente e mi accorsi di avere ancora addosso la biancheria intima: un ottimo segno!
-Mmmh…che ore sono?- La voce mattutina di Sebastian non era proprio un coro di angeli. –Penso siano le 12 passate…- Sbadigliai. – Ma dove sono finiti tutti?- Mi voltai per guardare il fantastico viso del moro.
-Ah ma non te l’hanno detto? Sono partiti per una settimana a trovare mia nonna che sta in ospedale... Bart è al manicomio.- Chiuse gli occhi.
-Oh...mi dispiace per tua nonna…però ti rendi conto che non mi hai dato nemmeno il tempo di chiamare i tuoi genitori?!- Il moro allungò una mano verso la mia coscia – Cioè i MIEI zii?!- La mano tornò immediatamente sotto il cuscino.
-Sei così off limits che mi farai uscire pazzo!- Risi e percorsi la linea della schiena…
-Ti do una settimana!- esclamai alzandomi dal letto per avvicinarmi alla sedia. –Per cosa? –
Lo guardai. –Per farti uscire pazzo! Cos’altro scusa?!-
 
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view post Posted on 31/3/2010, 20:01

SUGAAA~!

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nooo continuaaa che bella questa ff *^*
 
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11 replies since 31/8/2009, 23:53   382 views
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