Ciao^^ mi scuso fin da adesso dato che la metà delle FF sui CB ha questo titolo...però credetemi che non avevo altra scelta(capirete leggendo la storia) xD
ATTENZIONE:LEGGERE QUI PRIMA DI PROSEGUIRE
1.La FF parla di Luminor,se credete che non serva postarla dato che non fa più parte della band,allora non leggete U.U
2.La storia è divisa in due parti:si alterna un capitolo del passato ad un capitolo del presente. Il passato che ho scelto di dare a Luminor è di forte impatto emotivo,ma
è tutta finzione,se pensate che io sia stata troppo crudele,allora non leggete U.U
3.E'vagamente shonen-ai
Se siete arrivati fin qui,allora non vi dico altro che...buona lettura!!
SILENT SCREAM
CAPITOLO 1
E’notte,è notte e tutti dormono,è notte e tutti dormono tranne me.
Io non sono fatto per dormire.
La mia anima è proiettata verso un’altra dimensione,io non appartengo a questo mondo.
Non sono fatto per vivere.
Sono solamente un’anima di passaggio,un morto fra i vivi,un demone fra gli angeli.
Cosa ci faccio qui?
Chi mi ha creato?
Chi ha atteso il mio arrivo?
E’stato inutile,perché tutti mi hanno voltato le spalle nell’esatto momento in cui sono nato.
Non riesco a dormire,decido di uscire.
Accendo la luce e apro l’armadio:opto per un semplice dolcevita nero e un paio di jeans scuri e stretti a cui abbino una cintura borchiata,poi mi siedo sul bordo del letto e mi infilo gli anfibi,armeggiando coi lacci un po’ più del solito.
Scuoto i capelli e alcune ciocche nere mi finiscono davanti agli occhi,segnati da una linea di matita nera,ma a me non importa,anzi,mi va bene così,perché se è vero che gli occhi sono lo specchio dell’anima,ora che sono coperti nessuno può leggere i miei pensieri.
Mi infilo la giacca e,senza far rumore,esco dalla mia camera e inizio a camminare lentamente verso la porta d’ingresso,ma i miei sono ancora alzati,la tv è accesa;mi piego cercando di non farmi notare e,lentamente,riprendo a camminare rasente al muro,e arrivo alla porta,richiudendola silenzioso alle mie spalle.
Libero.
Inizio a scendere lentamente le scale che portano al pianterreno…una,due,tre rampe,ed eccomi al portone…infilo una mano in tasca e ne estraggo il mio mazzo di chiavi,ne infilo una nella serratura e quella scatta,sì,sono davvero libero…
Il mio nome è Felix Lowsky,e sono un ragazzo di 14 anni che abita a Berlino;i miei genitori hanno origini russe,e subito dopo la mia nascita sono tornati a Novosibirsk,dove ho vissuto per 7 anni.
Non sono mai stato un ragazzo allegro o socievole,e non appena ho avuto l’opportunità di decidere qualcosa della mia vita,ho dato inizio alla mia trasformazione:sono 3 anni che vivo in completa solitudine per via della mia diversità.
Dirò per inciso che le persone non mi disgusterebbero,se non fossero così ipocrite e dalla mentalità chiusa;ma invece,essendo esattamente come le ho descritte,ho deciso che avrò relazioni solo con pochi intimi,persone di cui so che posso fidarmi davvero e che siano,in qualche modo,in grado di capirmi…
Ma perché spero ancora che qualcuno cerchi,o desideri,la mia amicizia?
Io incuto timore per via del mio modo di essere.
Nessuno mi cerca,nessuno mi ama.
Cammino lungo il marciapiede,senza una meta precisa;non so nemmeno il perché della mia uscita notturna,ma a me non importa saperlo.
E’quasi mezzanotte,le strade sono praticamente deserte.
Non so dove stia andando,ma presto sento di essermi allontanato forse fin troppo dal mio quartiere;quando alzo lo sguardo,scopro di essermi allontanato molto.
Mi guardo attorno,in lontananza sento delle campane battere dodici rintocchi,credo sia ora di tornare a casa.
Faccio dietro-front e prendo a camminare nel silenzio notturno.
<<hey,Felix!>>.
Mi chiamano.
So chi è.
Non ho le forze di ribellarmi per l’ennesima volta contro di loro.
Mi fermo e alzo la testa verso quei quattro ragazzi che mi hanno raggiunto<<’Sera,Johannes.>>ribatto a denti stretti;una risata di scherno mi colpisce in pieno volto<<felix,Felix,Felix>>inizia Johannes<<cosa ci fai da solo in giro a quest’ora di notte?
La mamma potrebbe arrabbiarsi se non rientri subito…>>incrocio le braccia,devo mantenere la calma se voglio che la situazione non degeneri<<non credo che questi siano affari tuoi,Johannes.>>mi limito a ribattere.
Sul suo volto compare un ghigno tutt’altro che rassicurante<<in ogni caso,Felix,è un bene averti incontrato>>risponde molto tranquillamente<<prendetelo,ragazzi.>>e subito gli altri tre mi sono addosso,e mi immobilizzano,ma io non perdo il controllo,fra poco tutto finirà.
Johannes mi si avvicina,e il suo volto sfiora il mio<<goth.>>dice,e non aggiunge altro.
Quella parola mi colpisce come uno schiaffo ben assestato sul mio volto.
Ecco quello che sono:sono goth e sono diverso,emarginato.
Abbasso la testa,per impedirgli di vedere i miei occhi lucidi;lui si raddrizza<<sapete cosa fare.>>dice,e incrocia le braccia impaziente,mentre i suoi amici mi strattonano e mi spingono addosso al muro.
Mi lascio sfuggire un gemito di dolore,e cerco di rialzarmi,ma loro sono più veloci e mi bloccano di nuovo,e io mi ritrovo a fissare i mattoni<<sai,Felix>>la voce di Johannes mi risuona da dietro<<noi odiamo quelli come te.>>cerco di voltarmi,ma mi è impossibile farlo,quindi sono costretto a rispondere al muro:<<non cambierò per voi.>>.
Li sento ridacchiare<<vogliamo divertirci un po’,Felix.>>risponde,e colgo una nota di sarcasmo nella sua voce<<che cosa vuoi da me?>>sibilo.
Il trucco è non far mai vedere che hai paura.
Altrimenti sei finito.
Sento la mano di Johannes sulla mia spalla,mi stringe forte<<cosa voglio da te?>>ripete,i suoi amici continuano a sghignazzare<<e’molto semplice,Felix…tutto quello che voglio da te,stanotte,è la tua verginità.>>.
Il panico si insinua dentro di me,e mi si mozza il respiro:non avrà davvero intenzione di…?
Poi,però,lo sento parlare di nuovo,ma non è nulla di buono:<<preparatelo,ragazzi.>>.
A questo punto tento di liberarmi,ma siamo in tre contro uno,e mentre continuo a tirare e a scalciare,uno di loro si abbassa e mi sfila la cintura,gettandola a terra,poi mi trovo ancora contro il muro,bloccato,e inizio a tremare.
<<non agitarti,Felix>>mi sussurra Johannes,mentre sento i miei jeans scivolare via<<questo è solo un brutto sogno dal quale non puoi svegliarti.>>e subito dopo,senza preavviso,con una spinta forte,entra dentro di me,strappandomi un gemito soffocato.
Lo sento muoversi,farmi male,e intorno a noi i suoi compagni che ridono,sento il suo respiro,quello dell’eccitazione,e sento il mio,quello della paura,sento che pian piano tutto crolla,e tutti i miei incubi risorgono dalle tenebre per spaventarmi ancora una volta,sento che ormai tutto è finito,niente ha più un senso ormai,e l’unica luce viva dentro di me si è spenta in un attimo,come la fiamma debole di una candela spenta improvvisamente da un soffio di vento…grido,grido forte,spero che qualcuno possa sentirmi e venga ad aiutarmi,tutto quello che sento sono voci distanti che narrano bugie,ma allo stesso tempo sono solo rumore,sono così intontito,e quasi smetto di sentire Johannes che continua a violarmi,il mio non è altro che un grido silenzioso…
Poi,finalmente,Johannes si ferma,e poi esce da me,lentamente;io cado in ginocchio,e lui si sistema i jeans,poi con un cenno si allontana insieme agli altri.
Rimango a terra,con la fronte contro al muro,gli occhi sbarrati,non mi capacito del fatto di essere stato appena violentato.
Mi rialzo,mi sistemo i jeans e comincio a camminare,barcollante,con una mano che sfiora il muro,sento che potrei crollare da un momento all’altro;mi fermo poco dopo,mi appoggio di peso alla parete e do di stomaco.
Mi ripulisco con la manica e mi muovo ancora di qualche metro,ma cedo e mi lascio cadere a terra;mi volto a pancia in su e comincio a singhiozzare,nel silenzio.