Grazie mille per l'attesa!!
Ecco a voi il capitolo!
p.s. tra poco arriva Luminor!!
Cap. 4 - Magia
Il mattino seguente ripresero il loro viaggio.
Le spiegazioni che Andreas aveva dato a Tom davano a quest’ultimo parecchio su cui riflettere: se tutto ciò che il suo maestro aveva detto fosse la verità, il futuro doveva già essere cambiato. Forse quel futuro che lui stesso aveva visto non esisteva già più, forse tutte quelle persone non sarebbero morte, forse il suo vecchio maestro non avrebbe perso la vita. Era anche vero che c’era la possibilità che tutto fosse peggiorato. Chi poteva dire che, ora come ora, il futuro non fosse stato reso peggiore dall’intervento di questo mezzo umano? Ma soprattutto, poteva realmente fidarsi di lui? Era risaputo che gli dei avevano strani modi di agire... Forse, visto che Andreas era per metà un essere celestiale, aveva ereditato una parte di quell’atteggiamento misterioso che hanno tutte le divinità...
Ma certamente questo non era importante al momento.
La missione di Tom ora era quella di eliminare suo fratello per evitare che distruggesse ogni forma di vita su questo mondo. Nient’altro importava.
Certo, avrebbe dovuto provare dei sentimenti verso Bill, ma da quando quest’ultimo se ne era andato aveva avuto la sensazione che non lo avrebbe mai più rivisto.
E in effetti non si poteva di certo dire che quell’essere fosse suo fratello: era stato corrotto dal male e ora Tom doveva eliminarlo ad ogni costo.
In questo mondo non c’era spazio per le creature infernali.
Lui doveva, ma soprattutto voleva distruggerle tutte.
Non c’era altro modo per salvare il mondo.
Poco più avanti, l’aasimar di nome Andreas seguiva il filo dei pensieri del suo allievo con molta attenzione.
Non pensava che Tom avesse tutta questa forza di volontà e tutta questa convinzione.
Era sulla buona strada per diventare un fanatico giustiziere.
Certo, questo sarebbe stato un problema più avanti, ma era sicuro di poterlo convincere a fare tutto ciò che voleva.
D’altronde era un suo allievo e di certo non si sarebbe mai rivoltato contro il volere del suo maestro.
Era troppo devoto al bene.
E poi, anche se lo avesse voluto fare... c'era sempre un'altra carta che Andreas poteva giocare...
Sul volto di Andreas si allargò lentamente un sorriso.
« Siamo arrivati. » disse Andreas, indicando un punto avanti a loro.
Tom guardò in direzione dell’indice del suo maestro e rimase sbigottito: e quello lo chiamava “piccolo villaggio”?
Era una città veramente grande e imponente, situata su una piccola altura, era formata dal castello centrale più una grande quantità di abitazioni ed edifici disposti tutto intorno alle mura di pietra del castello.
Quest’ultimo era una fortezza decisamente imponente, con grandi torri e moltissime sentinelle che facevano la ronda sulle mura.
La città esterna era circondata da una recinzione in tronchi di legno, le cui uniche entrate erano due porte sorvegliate da una grande quantità di soldati.
« Maestro... è quello il “villaggio”? »
« Vedi per caso qualche altro agglomerato di abitazioni nelle vicinanze? Certo che è quello! »
Quindi, senza esitazioni, si avviarono verso le porte della città.
Arrivati al cancello principale, furono subito fermati da due guardie.
« Nomi! » disse la prima sentinella in tono annoiato.
« Io sono Evard » disse Andreas pronto « E questo è Neru, il mio apprendista »
« E cosa siete venuti a fare? » chiese sospettosa la seconda guardia.
« Siamo qui per visitare il tempio della città e a trovare un vecchio amico. »
« Quanto avete intenzione di fermarvi? »
« Al massimo duo giorni, poi ripartiremo. »
« Molto bene, passate, ma vi avverto: agli abitanti della città non piacciono gli avventurieri. »
« Grazie, ne terremo conto. »
Le due guardie li lasciarono passare, sempre più sospettose.
« Andreas » chiese Tom al maestro appena furono abbastanza lontani « C’era bisogno di mentire? »
« Tom, so benissimo che la tua etica non ti permette di dire menzogne, ma in questo caso sono stato io a mentire. »
« E poi » continuò Andreas « A volte mentire è necessario »
Tom rimase perplesso da quelle parole.
Questo voleva dire che, anche se era un essere celestiale, aveva il permesso di dire menzogne? Ma i divini non erano sempre corretti e giusti?
« Tom, devo avvertirti » disse Andreas « Questa tua perseveranza a seguire ciecamente la retta via non dovrà interferire con la mia volontà. Capisci? »
« Che cosa vuoi dire? » chiese Tom
« Semplice, voglio ricordarti che io sono il tuo maestro e che non dovrai assolutamente disubbidirmi. Qualsiasi cosa io ti dica. »
« Qualsiasi cosa? » chiese sospettoso Tom
« Si, qualsiasi cosa. »
« Come desideri Andreas, d’altronde sono vincolato a te come allievo, è ovvio che io obbedisca alle tue parole. »
« Volevo solo ricordartelo. »
Camminarono lentamente per le stradine della città esterna ancora per un po’.
Le case ai lati erano grigie, tristi, circondate da ringhiere di metallo freddo e nero. Per strada si incontravano poche persone, ognuna delle quali portava un’arma con se. Non c’erano bambini che giocavano e le poche persone che incontrarono avevano l’aria torva e assente.
« Questa città sembra così triste. » disse Tom guardandosi in giro.
Andreas non si degnò neanche di alzare lo sguardo.
« È solo una piccola città, con i suoi problemi e le sue paure. Ma noi siamo qui per un motivo ben preciso, non possiamo occuparci anche di loro. »
Queste parole lasciarono Tom stupefatto. Per essere un mezz’angelo era decisamente troppo insofferente ai problemi altrui.
« Benissimo, siamo arrivati. » disse Andreas.
Si trovavano davanti ad una taverna dall’aria squallida e Tom si sentì percorrere da un brivido. L’insegna sporca e sbiadita recitava la scritta “La lama di ferro”. Entrarono.
Il locale era squallido e grigio, ma soprattutto era deserto. Non c’era nessuno seduto ai tavoli e l’unica persona presenta era un oste robusto che li guardava con una smorfia amara sulle labbra.
Andreas si avvicinò al bancone.
« Avrei bisogno di un’informazione. Sai dove posso trovare il negromante? »
A quelle parole, l’oste si rivolse a loro in modo brusco e con voce bassa e roca. « E per quale motivo pensi che io lo sappia? »
Per una frazione di secondo, Tom sentì l’aria nella stanza farsi più leggera, più fresca, quasi fosse stata risanata.
« Risponderai alla mia domanda? » chiese Andreas con la stessa voce con cui si era rivolto a Tom al loro primo incontro.
L’oste rispose immediatamente e con voce atona. « Lo puoi trovare in una cripta ai lati del cimitero. All’esterno della città. »
« Grazie. » disse Andreas e fece segno a Tom di seguirlo.
Stavano camminando per raggiungere il cimitero, quando Tom fece una domanda.
« Andreas, cos’è successo in quella taverna? »
« Perché credi che sia successo qualcosa? »
« Be’, prima che tu chiedessi all’oste se ti avesse risposto, ho sentito l’aria farsi più fresca, come se mi fossi trovato di fianco ad un ruscello in mezzo ai boschi. »
Andreas si fermò di colpo, voltandosi a guardare Tom. Lo squadrò per un paio di secondi, poi disse: « Vedo che le tue capacità di paladino aumentano velocemente. Sei già in grado di individuare le forze del bene e quelle del male. Sono impressionato. Questo vuol dire che dovremo esercitarci sul serio d’ora in avanti. Ma ora dobbiamo convincere il negromante a seguirci. »
Dette queste parole, si voltò e si incamminò lungo le strade della città.
Tom rimase fermo per un paio di secondi, poi si affrettò a raggiungere il suo maestro.
Era ormai tardo pomeriggio quando, finalmente, raggiunsero il cimitero. Si sentirono tenuti sotto controllo per tutta la durata del loro cammino, ma nessuno li ostacolò.
Il cimitero era un territorio spoglio, abbastanza ampio, circondato da una pesante recinzione. Oltre alla grande moltitudine di lapidi, erano presenti anche diverse cripte scavate nella terra. Il tutto aveva un’aria decisamente lugubre.
« Certo che vivere in una cripta... » disse Tom.
« Evidentemente vuole tenersi a contatto con il suo tipo di magia. » commentò Andreas, lasciandosi sfuggire un sorriso divertito.
« Tipo...? » domandò curioso Tom.
« Non dirmi che non sai che cos’è un negromante? » gli chiese stupito Andreas.
« Non con precisione. So solo che è un tipo di mago molto poco diffuso. Ricordati che il mio vecchio maestro era un combattente, non un incantatore. »
« Speravo almeno che tu sapessi con cosa avremo a che fare... Allora te lo spiegherò. »
« I negromanti » cominciò Andreas « sono una sottospecie di maghi che hanno deciso di specializzarsi nello studio di determinati rami della magia. Questi incantatori sono specializzati nella manipolazione, nella creazione e nella distruzione della vita. I loro incantesimi sono principalmente offensivi ed esercitano il loro pieno potere nella creazione di non-morti. »
« Aspetta un secondo. » lo interruppe Tom « Mi stai per caso dicendo che ci stiamo per alleare con un creatore di zombie? Come quello che ho visto nella visione? Come quello che è diventato mio fratello? » Tom era semplicemente sconvolto.
« In pratica... si. » rispose Andreas.
« Ma non possiamo allearci con un simile essere! È malvagio! Dovremmo ucciderlo all’istante! » il tono di voce di Tom lasciava intendere quanto fosse disgustato e furioso.
« Tu non capisci Tom, la magia non è buona o malvagia. La magia è solo magia. Sono gli esseri viventi che scelgono come usarla. Non è detto che il ladro sia malvagio e che il monaco sia buono, non importa quello che sei, l’importante è quello che fai. » l’aria attorno a loro era diventata di nuovo limpida e pulita, come era successo nella taverna. « E poi ti ho detto che devi fare quello che dico io, e io ti dico che dobbiamo far si che il negromante venga con noi. La sua magia ci serve. »
Tom, senza sapere il perché, dal momento che l’aria era cambiata, aveva sentito la sua rabbia e il suo disgusto scomparire. Le parole di Andreas gli parevano molto sagge e giuste, non aveva motivo di dubitare del suo maestro.
« Hai ragione Andreas, scusami se mi sono lasciato guidare dal pregiudizio. Ti chiedo perdono. »
Andreas, senza neanche guardarlo, disse « Dobbiamo entrare in quella cripta. » e ne indicò una appena all’esterno della recinzione del cimitero « Sbrighiamoci. » e così dicendo vi si diresse.
Tom lo seguì immediatamente.