Shin si buttò sul divano, con una faccia che sembrava urlare “SE-MI-CAPITAE-VICINO-VI-SBRANO”.
Yu lo seguì dalla stanza da cui erano appena usciti, con un ghigno che non prometteva niente di buono.
-Se ti avvicini ti sbrano- sibilò inviperito Shin.
-Eddai, Shin... ormai é passato un secolo dall'ultima volte che...- flautò il nostro pervertito preferito.
-SCOR DA TE LO. L'ho sillabato abbastanza lentamente o devo ripetertelo?- lo fulminò il batterista. E dire che sembra avere un faccino così gentile.
Ignorandolo bellamente, Yu gli si sedette accanto, posandogli una mano sul ginocchio.
-Ma Shin... questo é l'unico momento in cui siamo soli in casa... se non adesso quando?-
Il ragazzo gli si sottrasse a quel tocco abbracciandosi le gambe come un bambino, appallottolandosi in un angolo del divano.
-No, hai capito?- bofonchiò col viso sepolto tra le braccia. -Non voglio più-
-Non é vero- lo provocò Yu -Se passa troppo tempo diventi irritabile come Strify quando gli rubo la piastra- gli ricordò con maliziosa crudeltà. -Non puoi farne a meno- continuò, avvicinandosi con dolcezza al gomitolo di vestiti che era Shin.
-Non é vero!- lo rimbeccò l'altro, ma si sentiva che la voce gli tremava.
-Sì che é vero-
-No che non é vero-
-E invece sì-
-Ti ho detto che non é vero!- strillò Shin, balzando in piedi con un acuto da far invidia a Mika.
-Te l'avevo detto che diventi irritabile- disse tranquillamente Yu, rimirandosi le unghie smaltate con finta indifferenza.
-Non sono io ad essere irritabile, sei tu che mi stai facendo impazzire!-
-Ma ti costa davvero così tanto?- fece Yu, seccato -In fondo tu non fai niente, devi solo sdraiarti... tutto il lavoro tocca a me! E poi alla fin fine fa più piacere a te che a me- grugnì.
-Ma fa male, cazzo!- protestò il biondino -L'ultima volta ho dovuto aspettare più di due ore prima di riuscire a camminare come un essere umano-
-Solo perché non riesci a stare fermo- gli rinfacciò il chitarrista.
-Ne ho abbastanza- abbaiò Shin, frustrato -Lasciami in pace!- gli gridò avviandosi a grandi passi verso la sua camera.
Con un sospiro Yu abbandonò il capo sul divano, esausto.
Ma perché ogni volta doveva farsi pregare? Perché per una volta non se ne stava buono e zitto come faceva davanti alle telecamere?
Un ghigno malevolo gli balenò sulle labbra.
“Se usassi una telecamera magari starebbe più tranquillo” pensò, contemplando per un meraviglioso minuto quell'idea allettante.
Riscuotendosi da quei pensieri, si alzò con un altro sospiro e si avviò verso la camera del compagno.
-Shin- chiamò, con tutto il tatto di cui era capace. Non che fosse molta, la sua scorta di tatto, ma va detto che almeno ci provava.
Silenzio.
-Shin, almeno posso entrare?-
-NO-
-Grazie- rispose, entrando con tutta la naturalezza del mondo.
-Di' un po'... il viagra ti ha fritto gli ultimi tre neuroni che ti erano rimasti? Ti avevo detto no- lo aggredì il biondo.
-Davvero? Non me n'ero accorto- rispose con noncuranza, sedendosi sul bordo del letto su cui era seduto il suo recalcitrante amico.
-Yu, vattene- mugugnò.
-Neanche per idea- replicò, disinvolto e tranquillo come un collezionatore di francobolli.
Si avvicinò un po' di più, e ancora, e ancora, fino a salire completamente sul grande materasso.
-Yu- lo supplicò con scarsa energia l'altro.
Una mano grande e tatuata lo prese per la spalla, spingendo fino a che non si trovò sdraiato.
Era fatta, si era arreso.... di nuovo.
Lo sapevano entrambi che sarebbe finita così, ma quella scenetta di tira-e-molla ormai era quasi un rituale.
Frup.Una stretta ai polsi gli fece spalancare di scatto gli occhi.
-Cos... Yu, mi stai legando?!- chiese, cominciando a sudare freddo.
-Calmo, calmo...- lo tranquillizzò il chitarrista -è solo per farti stare fermo. Così forse farà meno male-
Ancora una volta Shin si lasciò cullare da quella voce profonda, affidandosi al compagno.
Yu si mise ad armeggiare con la cintura dei suoi pantaloni, sfilandoglieli con delicatezza.
-Pronto?- chiese.
-Sì- rispose Shin con un brivido.
-D'accordo, allora comincio- sussurrò Yu -Solo... spiegami perché ogni volta devi fare tante storie per farti fare la ceretta- sospirò, tirando fuori le strisce adesive.
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d'accordo, siete libere di uccidermi