| allora come promesso posto il quarto capitolo, ringrazio denni (dee.poison) che mi ha aiutata con la correzione del terzo e del quarto capitolo... eccovi il quarto:
CAPITOLO 4
11 agosto 2007 Chissà come sta la mia cucciola? Ieri non mi ha chiamata. Chissà cosa le sarà successo? Lo sapevo che non avrei dovuto lasciarla andare!
Che dormita! Non mi sembra vero di aver dormito fino alle sei. Mi conviene mandare un messaggio a mamma. “Ciao sono arrivata alle 9,00... dormito bene... pulito casa”. Veloce e semplice, ma almeno le evito paturnie e seghe mentali. Uhm… secondo il mio itinerario di vacanza oggi... ecco: appena alzata Chiesa degli Alpini; colazione dalla Creola; ore 9,00 Jolly Colorauto per lavoro da commessa fino alle ore 12,00; ore 15,00 Tuffy per lavoro cameriera fino alle ore 19,00; ore 20,00 Patronato San Vincenzo per Tombola e intrattenimento musicale fino ore da stabilirsi. Splendido! Ho la giornata piena e ginnastica la devo rimandare tra mezzogiorno e le 15,00.
Bene... Non c’è niente di meglio di tre ore di ginnastica dopo il lavoro.
Ed ecco il nuovo tour de force: due caffè di là, il the, la spremuta... Manca un’ora al termine del mio turno e finalmente riesco ad avere un po’ di pace, anche perché il locale è praticamente vuoto. Ho a malapena il tempo di sedermi che alla radio passa una canzone a me ben nota: non resisto, anche perché Marika, la ragazze che oggi fa il mio stesso turno e che si è appena sistemata sulla sedia vicino alla mia, la sta cantando a squarcia gola e io mi unisco al suo canto. La canzone finisce e anche il mio turno, così torno a casa.
Dopo aver camminato per cinque chilometri in salita apro il cancello e chiudo gli appartamenti dei piani alti per andare a mangiare in taverna. Manca un quarto d’ora alle 20,00 e ho appena finito di prepararmi: mi sembra di essere quasi invisibile, maglietta bianca innocua con jeans chiari e scarpe ballerine nere. Strano: di solito ho i tacchi. Ma stasera non ne ho voglia e non mi sono neanche truccata, ma questo è assolutamente normale. Esco di casa e qualcuno alle mie spalle applaude, non mi giro, di certo non ce l’ha con me. <<ehi dolcezza!... Dove vai?>> mi fermo, qualcuno alle mie spalle sta tentando di aprire un dialogo con me. Mi giro e mi si stronca il respiro: Giovanni Romeo è a pochi metri da me. <<co... Cosa ci fai qui?>> balbetto cercando di mantenere la calma senza arrossire o saltargli addosso. <<i miei hanno comprato la casa qui in Via Dante e poi... Oggi mentre andavo al Tuffy ho sentito un usignolo che cantava... eri tu?>>. Cazzo mi ha sentito cantare Lovesongs. <<no ti sbagli... io non... non canto... figuriamoci...>> <<non tentare di convincermi, ti ho vista mentre cantavi incantata a guardare un gruppo di froci...>> <<come gli hai chiamati scusa?>> gli do uno schiaffo e corro via. Perché mi ha dato fastidio sentirli chiamare così? Oddio... Che ho fatto? Ho schiaffeggiato Giovanni! NO! Com’è possibile chi io abbia fatto una cosa del genere al ragazzo per cui sbavo da ormai un anno? Se non mi rivolgerà più la parola non posso dargli torto. Come previsto per tutta la serata sono invisibile, vendo le cartelle della Tombola mentre guardo qualcuno che tenta di cantare sul palco.
Ormai è mezzanotte, ho mal di piedi e sto per tornare a casa quando una voce mi richiama da dietro. <<ehi dolcezza... Perché non canti quello che cantavi oggi? Fallo per me!>> ancora Giovanni, ma non ho il coraggio di guardarlo in faccia, non dopo quello che gli ho fatto. Ho paura di vedere un livido sul suo viso che tanto amo e... una sua mano mi alza il viso costringendolo a guardarlo negli occhi, siamo distanti solo pochi centimetri. <<stai tranquilla, non sono arrabbiato... ho sbagliato, dovevo capire che ti piacevano visto che cantavi una loro canzone>> <<non ho la base e poi non la conosco molto...>> ho le guance che vanno a fuoco, come minimo sono rossa tipo pomodoro. <<ho tutto io e poi sono sicuro che ce la farai!>>. A questo punto non so più cosa ribattere e mi immergo nei miei pensieri: come può non essere arrabbiato con me? L’ho schiaffeggiato, gli ho fatto male e, cosa peggiore, lui sa che non mi è indifferente. Le mie riflessioni vengono interrotte come viene interrotto anche il mio respiro: le sue labbra si appoggiano sulle mie. Non va oltre, si ferma a un semplice, puro, innocuo e dolce bacio a stampo. Rimaniamo così per qualche secondo, a me, però, sembra di rimanere in contatto con le sue labbra minuti, forse ore... tengo gli occhi chiusi per assaporare quel sogno durato mesi... anni. Si stacca interrompendo quella magia che si era venuta a creare e mi guarda. <<ora so che puoi farcela>> <<aspetta... Prima di andare sul palco devo dirti una cosa...>> mi mette un dito sulle labbra per non farmi parlare e mi sorride dolce. <<lo so... non ti sono indifferente e hai sognato questo bacio per chissà quanto e quante volte... perdonami...>>. Detto questo mi mette in mano un CD e si allontana in mezzo alle poche persone rimaste. Dopo il regalo che mi ha fatto come posso dirgli di no? La mia voce non è niente se paragonata alla sua, però... mi avvicino al lettore e chiedo a Sandro se può mettere il disco, e lui mi sorride annuendo. Un signore scende dal palco senza neanche guardarmi mentre salgo i gradini, mi ritrovo davanti al microfono e poche persone che, sicuramente, si chiedono chi sono. La base inizia e io rivedo davanti ai miei occhi il video, sento la voce angelica del cantante... inizio a seguirla cantando. Non so di che colore sono, solo quando la canzone finisce riapro gli occhi e mi trovo davanti una folla incredibile che mi applaude chiedendo il bis. Accontento subito quelle persone senza sapere come fare.
Che bella serata... sono le 2,00 e mi sono appena buttata sul letto stanca morta. Non l’ho più rivisto dopo il bacio e non mi sono mai sentita così guardata in tutta la mia vita... mi addormento ancora vestita e con un sorriso sulle labbra che oggi hanno, per la prima volta, avuto un contatto con delle labbra maschili...
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