| 24° capitolo
Le loro rispettive fidanzate a letto con due uomini. Scenario devastante. Manuel accennò il passo per entrare ma Yu allungò un braccio e lo fermò, facendogli segno con l’indice di fare silenzio. Attesero la bellezza di 15 minuti ed Helen, in un momento di puro piacere, aprì gli occhi per vedere quelli di Strify, e vide anche lo sguardo deluso di Manuel –Oddio!- urlò scostandosi da Strify e coprendosi con il lenzuolo. Vide Yu vicino a lui, e quindi capì che l’uomo che stava facendo l’amore con Hilary era Nelson. Yu non sembrava turbato, anzi, non si scompose di un millimetro; assisteva alla scena con una tranquillità tale che la spaventò. Provò a chiamare la sua amica, ma il ragazzo la squadrò, indicandole di tacere. Strify si vestì rapidamente ma non tagliò la corda, rimase vicino alla ragazza pronto a dare una qualsiasi giustificazione al ragazzo cornuto. -Vi state divertendo?- li interruppe il chitarrista. Nelson si spostò e guardò verso la porta mentre Hilary, ad occhi chiusi, girò la testa su un fianco. Ebbe due o tre spasmi fino a quando non si alzò a vomitare anche l’anima –Alcool e sesso nella stessa notte sono una pessima accoppiata- commentò a vederla ridotta in quello stato. La ragazza levò lo sguardo e si sentì uno schifo nel vedersi nuda, in un letto disfatto, con un ragazzo che non era il suo. Manuel e Yu abbandonarono la stanza e tornarono a sedersi al tavolo, attendendo l’arrivo degli altri. Quando si rimpossessarono dei loro vestiti li raggiunsero, ma Hilary non aveva il coraggio di affrontarlo. Uscì da sola, con gli occhi colmi di lacrime. Yu la vide, e schizzò in piedi più rapidamente di un fulmine per raggiungerla. Era l’unico puntino mobile in quella via, in mezzo alla neve, al freddo, completamente ridotta ad uno straccio. Con quattro passi rapidi coprì la distanza che li divideva, ma non la chiamò; non fece notare la sua presenza. I singhiozzi erano udibili a dieci chilometri di distanza, ma nulla lo impietosì. Dopo un po’ la ragazza si fermò, senza voltarsi –Vuoi lasciarmi in pace, per favore? -Dovrei? -Si… -Invece no -Cosa vuoi dirmi- si voltò, una cascata nera segnava le sue guance e la pelle d’oca ornava la sua pelle bianca –il tuo sguardo mi basta- riuscì a sorridere in quella situazione. Capì che due anni di sofferenze l’aveva avvicinata a lui, ma realizzò anche che quindici minuti furono sufficienti per perderlo. –Vattene- lo supplicò, per non soffrire ancora. -Io non me ne vado. Dammi una spiegazione per quello che hai fatto. -Non sapevo cosa stavo facendo- pulì il suo labbro superiore dalle lacrime, con la mano destra, mentre con l’altra reggeva lo stomaco –non sapevo nulla. Io…io credevo…- -Credevi fossi io? -Io…- posò la mano sul fianco scrollando la testa –non so cosa stavo facendo! Ero ubriaca! Sto uno schifo!- nonostante quelle parole, non scompose la sua espressione. -Hila ascolta- si avvicinò ma la ragazza riprese le distanze camminando a ritroso –Sta lontano- allungò un braccio per misurare lo spazio. -Hila…- ritentò, ma senza successo. La ragazza indietreggiò ancora scivolando su una lastra di ghiaccio. Cadde all’indietro portando le braccia in avanti, per potersi ancorare a tutto tranne che al suo ragazzo; la prese per un polso, ma non riuscì a risparmiarle il colpo al sedere. A quel freddo contatto iniziò a tremare abbracciandosi da sola per riscaldarsi –Vieni qui- Yu l’abbracciò a se privandosi della sua giacca per coprirla. La rifiutò e inciampando tre o quattro volte su se stessa, si mise in piedi per tornare a casa. Ad ogni passo pronunciava la parola “lasciami” ma anche in quella situazione Yu la raggiunse in pochi passi, e voltandola, la strinse forte a se e iniziò a baciarle la fronte ed accarezzarle i capelli –Io non ti lascerò, basta parlare al vento. Un fiocco cadde sui suoi capelli; un misero fiocco di neve freddo si sciolse lasciando cadere una scia che divideva il volto del ragazzo a metà; Hilary, con l’indice, toccò quella goccia e l’asciugò, con fare delicato. Ben presto si accorse che la goccia che aveva levato non era una goccia da fiocco di neve, ma era una goccia da lacrima, che ancora segnava le guance fredde. -Non ti ho mai visto piangere- commentò, pulendogli il viso. -Io purtroppo ti ho visto piangere anche troppe volte -Se sono una bambina non posso farci nulla. Lo sono e basta. -Non sei una bambina. Quello che mi fa stare male è sapere che hai pianto a causa mia -Non ne hai un’idea delle lacrime che ho versato- si voltò di schiena e si coprì il volto tra le mani e lui l’abbracciò da dietro –Basta piangere- le sussurrò. La riaccompagnò a casa e la fece stendere sul letto. Non si addormentò e rimase a fissarlo mentre le sistemava dei vestiti sulla sedia. Non sembrava preoccupato e nemmeno arrabbiato, forse deluso ma non lo dava sicuramente a vedere. Si girò da un lato con una mano sotto il cuscino e lo sguardo perso nel muro. Lui la raggiunse sedendosi sulla sedia –Non dormi? Scosse la testa tirando su con il naso. Non riusciva ancora a guadarlo negli occhi; l’aveva tradito e non se lo perdonava. -Cosa devi ancora farti per auto perdonarti? -Non mi auto perdonerò mai -Ti ho perdonata io, e perché non puoi farlo anche tu?- si levò dal letto e si mise a naso contro naso con il suo ragazzo. –Bastonarmi e sbattere la testa contro il muro non sono punizioni sufficienti per quello che ho fatto. Prova a capire come mi sento. Yu la sorprese stendendola sul letto, baciandole il collo e stringendole una mano con tutta la forza che aveva. Dal collo passò al viso, dove delicatamente sfiorò le sue labbra su quelle della sua ragazza –Credo di averti fatto soffrire anche troppo, ancora prima di conoscerti- le fece riappoggiare fino a quando lei prese la parola –Ho deciso io di soffrire, in fondo mi ero innamorata della persona sbagliata- lo prese per il collo e se lo avvicinò, baciandolo con tutta la voglia che aveva, e da lì fece l’amore con la persona giusta. Le prime luci dell’alba filtrarono dalle fessure lasciate dalla persiana illuminando il letto, con i due amati abbracciati l’uno nell’altro. Helen aprì la porta chiusa a chiave e rimase di stucco quando li vide in quello stato. Si svegliarono e Yu le lasciò da sole a parlare, visto che ne avevano di discussioni da affrontare -Con Manuel?- s’informò Hilary -Direi che è tutto a posto, a parte il fatto che ho fatto l’amore con il mio cantante preferito sotto i suoi occhi. Comunque, mi ha perdonata, se si può dire come parola dopo un gesto simile. Con Hannes? -Anche lui mi ha detto che mi ha perdonata, ma sono io quella che non si perdona. -E’ tutto a posto quindi, ottimo- si levò dal letto e riempì un bicchiere d’acqua da sgolarsi in un unico sorso. Lo afferrò –Però Helen, lo lascerò- e li si frantumò in mille pezzi.
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