| ragasimpa |
| | CHAPTER 5
Fu il 3 ottobre quando rividi Tim per la prima volta dopo anni, non lo credevo possibile. Ora eravamo a fine mese e i Cinema Bizarre avevano fissato già le date dei loro concerti. Esattamente cinque: due a Stoccarda, una terza a Dortmund e le altre due a Würzburg. Per Stoccarda non c’erano problemi, ai miei avevo già detto che sarei andata a due concerti in città, ma per le altre tre date... Fui costretta ad organizzare un piano ben studiato! Dortmund, la data più lontana, era circa quattro ore di viaggio, mentre Würzburg soltanto un’ora e mezza. Per quell’ultima data avevo già progettato di dire ai miei genitori che sarei rimasta a dormire da Kristal, per la prima invece mi ero limitata a comprare il biglietto. Quelli non erano tanto dispendiosi, quindi non avevo avuto problemi a prendermeli tutti cinque, anche se dall’inizio alla fine fui colpita dall’ansia di non riuscire ad averli!
Da quel giorno era nuovamente cambiato tutto, dal giorno dell’incontro col mio migliore amico: l’avevo sognato tutte le notti, stavolta più del solito e il luogo dell’incontro era cambiato; continuavo a sognarmi davanti al concerto e, in un modo o nell’altro, mi vedevo portata via nel backstage. Era tutto così bizzarro, non riuscivo a credere che stesse succedendo davvero e che io ero proprio la protagonista di questo evento così ambiguo. La mattina seguente andai a scuola, avevamo tre ore buche e io non feci altro che parlare con le mie amiche degli orari dei concerti: non riuscivo ancora a concepire che sarei andata a tutte quelle date. Trina e Brenda non credevano ancora che io lo conoscessi, e ben gli stava perché non appena Tim Reumann mi avrebbe riconosciuta, loro se la sarebbero presa letteralmente nel culo. << Quando pensate di passare?>>, chiesi io. << Non lo so, dobbiamo partire un po’ prima se dobbiamo arrivare alle prime file...>>. Rispose Kristal. << Io non voglio arrivare nelle prime, voglio arrivare alla prima fila!>>, ribattè Trina. << Non sarà un problema... Non sono mica un gruppo di fama mondiale, forse è questa la volta buona che si fanno conoscere...>>. << I cancelli aprono alle 20, e noi dobbiamo essere lì minimo per le 10!>>. << Che cosa?! Ma non ci sarà nessuno!>>, risposi io a Trina. << L’ultima volta eravamo già in troppe alle 15 del pomeriggio, credevo di non arrivarci! I locali sono piccoli, e noi stavolta saremo lì alle 10!>>. << Non posso saltare tutte quelle ore di scuola... Mia madre mi uccide>>. << Vuoi vederli o no?>>. << Vedremo come organizzarci Hell>>, disse Kristal incoraggiandomi. << Ok...>>, non mi andava di stare lì già dalla mattina, ancora non li conosceva quasi nessuno e non avevo voglia di stare ad aspettarli al freddo: era inutile. Ero stata a molti concerti e quello, credetemi, non era uno di quegli show da presentarsi in fila dal mattino. Bastavano sì e no due ore dall’apertura dei cancelli per arrivare davanti, ma non credo che quelle due pazze scatenate l’avrebbero capito tanto facilmente. << Shin sarà fantastico, come al solito, entrerà per primo come in tutti i concerti e tra la folla si farà l’onda!>>, esclamò Brenda. << Dato che sarà vicino al suo compleanno potremmo cantargli la canzone!>>. << Strify si unirà di sicuro!>>. Lei e Trina non aspettavano altro che vederlo e questo mi innervosiva ulteriormente. Tentai di sviare il discorso. << Kristian quando entrerà?>>. << Kiro? Subito dopo Shin! Seguito poi da... Yu, Luminor e Strify credo!>>. << Quindi qui qualcuno ha una cotta per Kiro eh...>>, la buttò lì Brenda. << No, cioè... È carino...>>. << Lo sapevi che è bisessuale?! Dev’essere stato con molti uomini!>>. << Mmh... Un’altra cosa che abbiamo in comune allora!>>. << Sei stata con così tanti uomini?>>, disse Trina. << No idiota, intende che è bisessuale!>>, ribattè Brenda. << Davvero?>>, disse Kristal tranquillamente. << Beh ecco...>>. << Quanto sareste carini insieme! Se fossi uomo per lui sarebbe meglio!>>. Le ragazze andavano avanti a parlare, in realtà io non sapevo bene cosa fossi, ma l’idea di andare con una donna non mi dispiaceva, cioè... Per me era indifferente, forse ero sempre stata come Tim. Pansessuale come lui. << Io non credo starebbero bene insieme...>>, mi disse Trina guardandomi di traverso. << Secondo me sì, sono dolci, stareste bene tu e Kiro, Helly!>>. << Kris...>>, arrossii involontariamente. Non sapevo bene perché, ma negli ultimi tempi mi ero informata sul gruppo di Tim e... L’avevo trovato molto interessante. Sorrisi al pensiero che io e il mio amico avessimo la stessa cotta per quel ragazzo, lui prima, io in questo momento. << Comunque saremo lì per le 10, è deciso>>, annunciò Trina. << Io e te staremo lì alle 17, dai...>>, mi disse Kristal, ero contenta che almeno lei mi capisse.
3 novembre. Quella sera ci sarebbe stato la prima data del concerto dei Cinema Bizarre. Non avevo problemi perché erano a Stoccarda. Un altro 3 era segnato nel calendario delle cose importanti. Sentivo che sarebbe presto successo qualcosa, la sera stessa sarebbe capitato qualcosa. C’erano troppi indizzi, troppe cose e giorni fa, quando io non c’ero, i genitori di Tim avevano chiamato a casa mia! Chi gli avrebbe potuto dire che ero in città se non lui stesso? Il quadro filava, lui mi aveva riconosciuta e ora non mi restava altro che farmi prelevare dal pubblico per godermi l’abbraccio dell’amico perso, ma successivamente ritrovato. Durante tutta la giornata sembravo impazzita, non connettevo affatto e fortunatamente a scuola non avevo chissà quale compito importante. Già, la scuola, come se più avanti me ne fosse davvero importato. << Hell tutto ok?>>, mi chiese Kristal. << Sì è che... Sono agitata, loro sono già lì. E se davvero avevano ragione? Se veramente c’è troppa gente e non riusciamo a passare avanti a nessuno?>>. Mi stavo facendo assalire dal panico e questo non poteva aiutarmi. << Trina e Brenda sono troppo ansiose, si piazzerebbero lì anche settimane prima se potessero. L’hai detto anche tu, e lo so anche io, non è un gruppo di fama mondiale, non ci sarà problema>>. << È che non vorrei perdere la mia occasione di vederlo, capisci? È importante per me... Credo che ormai sappia che sono qua e si aspetti di vedermi anche lui... Non voglio dargli buca; lo so che è stupido, ma a volte io e Tim abbiamo pensato come gemelli: le stesse cose senza bisogno di dire niente e io adesso sento che lui sa, si aspetta di vedermi a questo concerto...>>. << E ti vedrà Helly! Dobbiamo solo aspettare qualche ora!>>. << Mi sembra che il tempo non passi mai...>. << Vuoi che ci andiamo prima? Per mio padre non è un problema!>>. I miei occhi si illuminarono. << Tuo padre è un santo! Solo qualche ora prima, solo... Due ore prima!>>. << Per me non è un problema e nemmeno per mio padre, lui mi porta sempre dappertutto!>>. << Beata te...>>. << Che hai da lamentarti? Tu conosci Tim Reumann santo Dio!>>. << Già... Non sai che fortuna!>>, dissi io, ridendo. Infatti lo era, Tim era la persona migliore del mondo, almeno per il momento, perché ancora non conoscevo Kristian Goll, quando sarebbe successo, e sarebbe successo non tanto tardi, avrei avuto seri problemi a distinguere i due sentimenti. Non posso aggiungere altro... Suonò la campanella di fine lezione e io e Kristal ci appropinquammo all’uscita, quando una ragazza mi strattonò per un braccio. << Ehy!>>. << Scusa posso chiederti una cosa? È vero che tu conosci il batterista dei Cinema Bizarre?>>, rimasi sconvolta da tale domanda e risposi semplicemente: << Sì...>>, con faccia confusa. << Ma, direttamente? So che andate al concerto, senti non potresti... Dargli questo da parte mia? Ti ringrazio tanto... Ehm... Helly!>>. La ragazza un po’ cicciotella mi porse un biglietto col suo numero di telefono. “ Kelsey, chiamami”, era scritto sul cartaceo, assieme al numero. Non credevo l’avrebbe fatto, anche se io il numero gliel’avrei dato lo stesso. << Come sa che lo conosco?>>, domandai a Kristal ancora confusa. << Le notizie girano in fretta qui dentro!>>. << Ma sa addirittura il mio nome!>>. << Non c’è da stupirsi tesoro, questa scuola era sicuramente più grande della tua devo dedurre!>>. << Già...>>. Una volta fuori dall’edificio, chiamai i miei per avvisarli che non sarei tornata a casa, ma che io e Kris saremmo andate direttamente nel luogo; chiusi il telefono prima che le corde vocali di mia mamma si alterassero troppo. << Si è arrabbiata?>>. << Un po’, le passerà!>>. << Sono contenta che dormirai da me stasera... Sono contenta che sei venuta a vivere qua!>>. Io sorrisi. Kristal era una ragazza molto dolce e premurosa, la sua compagnia era piacevole. Quando suo padre ci venne a prendere, lo salutai cordialmente. Era un tipo in gamba, come la figlia, molto calmo e giovanile, disse che sarebbe voluto venire anche lui a vedersi il concerto, gli piacevano i gruppi emergenti! Era totalmente pazzo a parer mio! Mentre fummo per strada ci accompagnò a prenderci qualcosa da mangiare, nel caso più tardi ci fossero venuti i crampi allo stomaco. << Quando ero ragazzino io non aspettavo il tardo pomeriggio per mettermi in fila, mi ci piazzavo dal mattino!>>. << Davvero?>>, esultai io, incredula. << Ovviamente!>>. << Papà te l’ho detto, sono un gruppo emergente!>>. << I gruppi emergenti sono i migliori, puoi conoscere i musicisti e se gli stai simpatico ti portano a fare un giro di bevute!>>. << Le è successo davvero?>>, chiesi io sporgendomi davanti. << Ovviamente, erano gli anni 70 quando...>>. Hilbert iniziò a raccontare della musica di quei tempi, la vera musica, i concerti, le groupie dei musicisti... Queste mi affascinavano parecchio e col tempo avrei scoperto quanto ci fossi dentro. Cullate dalle storie di papà Wents, arrivammo sul posto e mi consolai perché ci saranno state sì e no 150 persone, quindi passare avanti sarebbe stato estremamente semplice. << Grazie Hilbert!>>. << Grazie Papi, ci vediamo stasera!>>. << Divertitevi ragazze! Helena? Cerca di fare colpo su quel Kristian, una ragazza bella come te gli piacerà sicuro!>>. Lo ringraziai e assieme alla mia amica scesi dalla macchina: avrei tanto voluto avere un padre come il suo, era fenomenale. << Tuo padre è un genio!>>. << Vuoi sposarlo?! Cerca moglie da quando mia madre l’ha mollato!>>. << Non sapevo che i tuoi fossero divorziati!>>. << Nemmeno io, l’ho scoperto dopo anni che erano separati!>>. << Non sembri scontenta!>>. << No è che... Sai quando ci sono persone fatte apposta per stare insieme?>>. << Sì>>, risposi io mentre il mio pensiero automaticamente e inspiegabilmente andò a Tim. << Ecco, loro non erano quelle persone>>. << Capisco>>, dissi continuando a camminare verso la fila. Erano le 14.30 quando arrivammo appunto, c’avevamo messo di più con la sosta e il traffico, ma in men che non si dica eravamo passate avanti a ben 50 persone; le più piccole non componevano un’effettiva fila e noi, senza pudore, le avevamo sorpassate. Furono le 18 quando riuscimmo a raggiungere Brenda e Trina, che avevo detto io? << Ragazze! Siete arrivate?>>. << Sì, ce l’abbiamo fatto! Siete qui dalle 10 allora?>>. << Sì, circa, con qualche minuto di ritardo...>>, disse Brenda quasi non respirando. Non la ritenevo una che sapesse stare ai concerti. Durante tutte le ore di fila che facemmo fui costretta a sorbirmi i discorsi infantili di qualche ragazzina e a spingere per ottenere il posto che volevo: stavo davanti la transenna, ormai niente poteva fermarmi. Che avrei fatto quando l’avrei visto? Quando avrei visto tutti loro? Ora ero una fan? Davvero lo ero? O ero lì solo per Tim? Decisamente non ero solo lì per Tim... ( A buon intenditore, poche parole), ma sicuramente era il mio principale interesse. << Che cazzo, quando si decidono ad aprire?! Sono stanca, è dalle 6 del mattino che sto qua!>>, gridava qualcuna, lamentandosi. Io dentro me ridevo a crepapelle. La gente urlava, esasperata, mentre la mia testa lavorava secondo su secondo. Gli ingranaggi giravano come se gli avessi appena aggiunto dell’olio e non mi accorsi nemmeno quando i tipi della security si piazzarono davanti alle transenne. Me ne resi conto solamente quando mi sentii schiacciata contro la barra di ferro. << Ahia cazzo! Che merda spingete? Cazzo!>>, ero molto “violenta” in quei casi, lo ero sempre stata, era un modo per liberare lo stress accumulato. Le persone cominciavano a spingere sempre di più, a schiacciarmi, io non facevo altro che gridare parolacce a destra e a manca, la security ripeteva di calmarci, urlando di non spingere, ma nessuno ascoltava, tutte volevano entrare. Il momento prima dell’apertura dei cancelli è sempre il più devastante, non vedi l’ora di entrare e non appena li aprono è come se tu abbia ripreso a respirare ossigeno. Così fu. Aprirono i cancelli e, a gruppi di due, ci fecero passare. Non appena solcata la transenna, iniziai a correre a più non posso verso il palco, fu una corsa breve, nonostante la lunga distanza. Piedi di ragazzine sclerate si erano trasformati in zampe di bufali impazziti, come succedeva ogni volta a eventi di questo tipo, tali i concerti. Credetti di resuscitare quando con entrambe le mani toccai la transenna che divideva la folla dal palco. Ero in prima fila. Guardai il palco dritto davanti a me: una batteria con un ripiano rialzato, centrale, accanto ad essa, più dietro, sulla sinistra, ci stava una tastiera e estremamente a manca c’era una chitarra. Dinanzi i miei occhi, poco spostato a destra c’era un basso e io credetti non ci fosse posto migliore che quello. Al centro il microfono e, allungando le mani, toccavo il palco. Mi chiesi perché i bassisti li trovavo sempre alla mia destra. Quel momento così breve, era stato di una così immensa intensità da farmi rabbrividire... È sempre così ogni volta che tocchi il ferro della transenna: ti senti potente, ti senti una dea. Tu sei lì davanti, non c’è un davanti più davanti del posto dove ti sei piazzata! È il massimo, e lotti per quel posto perché non oserai mai farti passare avanti da nessuno. Tu sei dove volevi essere e ti senti l’adrenalina prendere possesso del tuo corpo, è per questo che in ogni concerto succedono cose inspiegabili; come arrivare un’ora prima del concerto e ritrovarsi in terza fila, come essere talmente vicina al palco da riuscire a colloquiare col bizzarro bassista dai capelli viola, come essere dalla parte opposta del tuo desiderio e non appena questo entra in scena spostarsi, quasi volando, tra la folla compatta e ritrovarti improvvisamente dove volevi stare. I concerti sono la cura più efficace se una persona ha bisogno di sognare, nessuno ti può rovinare quel momento, perché tutte le volte che parte la musica, la tristezza, i rimpianti e i rimorsi cessano di esistere. Era per questo motivo che avevo scelto tale stile di vita: non riuscirei più ad immaginarmi senza stare ad un concerto. Mai. In meno di un secondo comunque le ragazze erano arrivate dietro di me, Kristal alla mia sinistra. << Ci siamo!>>, disse esasperata e col fiatone. << La corsa più lunga della mia vita!>>. << Io direi la mia più corta... Cazzo stiamo in prima fila, non ci credo! Se allungo una mano, arrivo a toccare il palco!>>. << È come te l’eri immaginato?>>. << Pensavo peggio! Ora non ci resta altro che aspettare!>>. Il tempo passò mentre tutto il locale si riempì, non potevo credere di essere così vicina. Ogni volta che andavo ad un concerto me lo ripetevo, era magnifico e appagante. I minuti scorrevano lenti, le ragazze più centrali richiedevano l’acqua, ci fu un momento dove tutte sentimmo un gran calore addosso: era l’ora che stava pervenendo. Tutto si amplificò nella mia mente quando le luci si spensero. Grida, gente che spingeva, luci che, come comete, andavano e venivano: era il momento. E poi, come un miraggio, Tim entrò sul palco, sedendo alla batteria. Una parte di me si attaccò alle sue mani, quando prese a suonare e tutto ebbe inizio per la seconda volta. Così com’era cominciata, continuava. E io non sapevo ancora per quanto tempo, ma forse lo sarebbe stato per sempre.
FINE CHAPTER 5 WAITING FOR CHAPTER 6...PS: CITAZIONE è per questo che in ogni concerto succedono cose inspiegabili; come arrivare un’ora prima del concerto e ritrovarsi in terza fila, come essere talmente vicina al palco da riuscire a colloquiare col bizzarro bassista dai capelli viola, come essere dalla parte opposta del tuo desiderio e non appena questo entra in scena spostarsi, quasi volando, tra la folla compatta e ritrovarti improvvisamente dove volevi stare. Per questo pezzo mi sono ispirata, rispettivamente, al concerto dei Cinema Bizarre di Roma, al concerto dei dARI al Velvet di Rimini e, ancora, al concerto dei CB ^^
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