Sera ragazzeee!!!^-^
Finalmente ho finito di scrivere Get Off!!!.. *-*
Allora, Get Off è... Beh, Get Off è Get Off..XD A tratti può sembrare dolce, a tratti non lo è per niente. Non so se ho preso l'"atmosfera" di quesa canzone, lo spero dato che è anche la mia preferita..^^"
Allora, il rating è sul rosso direi, ci sarà un pò sangue e beh.. Cosine a luci rosse..XD Spero vi piaccia, non volevo farla volgare.. Ma spero vada bene comunque^^
Beh ora, buona lettura!^.^
~..__Get Off__..~
5 Febbraio 1837, Germania
“Mi spiace Alexandra che sei venuta a quest’ora della notte…” Un colpo di tosse interrompe la voce già flebile di mia zia, mi avvicino e dopo che mi fa entrare in quella casa un po’ vecchiotta le poggio una mano sulla guancia.
“Non ti preoccupate zia Margaret, la mamma mi ha chiesto di venire per portarti queste” Poggio il sacchettino contenente le medicine sul piccolo tavolo in legno pregiato della sala.
“Ringrazia tua madre, mi raccomando… John dovrebbe arrivare fra poco, i turni alla bottega sono un po’ pesanti…” Le sorrido mentre ci sediamo sulle piccole sedie anch’esse intarsiate con stupendi decori, John è proprio un bravo falegname, il più bravo della città, ma anche essendolo non porta molti soldi a casa…
Lei tossisce nuovamente. Guardo con occhi gentili mia zia, una donna gentile, premurosa e dai tratti molto dolci; John, suo marito dovrebbe arrivare a momenti, uomo di buon cuore e molto protettivo. La zia è la sorella di mio padre, il quale non ho mai conosciuto purtroppo, ho visto solo qualche ritratto di un uomo bellissimo e tenebroso, non so come spiegarlo precisamente, ma era come se il pittore di quel dipinto abbia ritratto solo una parte di mio padre… Sembra una sciocchezza, anzi è una sciocchezza in realtà, ma ogni volta che fisso quel quadro penso sempre che c’è qualcosa che non va.
Dopo qualche secondo sento bussare alla porta; mi alzo ed apro ritrovandomi il marito di Margaret davanti.
“Oh, ciao Alexandra!... Cosa ci fai qui?” Mi guarda per qualche secondo, con John e la zia non vi sono mai cerimonie, è così piacevole non dover ricordarsi di dare sempre del lei; mi sposto per farlo passare e chiudo la porta mentre guardo velocemente fuori… Dovrebbe essere quasi mezzanotte.
“E’ venuta per portarmi queste!” Mia zia indica il sacchettino mentre John le si avvicina e l’abbraccia dolcemente.
“Grazie per essere venuta Alex!” Faccio una smorfia nel sentire quel nome; non che non mi piaccia, anzi! In un certo senso mi diverte, dopotutto Alex è un nome da ragazzo, ogni volta che qualcuno mi chiama così la gente si gira e ridacchia… Ma in fondo, mi piace essere un po’…
bizzarra.
“Allora io adesso vado… Riposa zia!... Arrivederci John!” Con un bacio veloce sulla guancia li saluto ed esco al buio e al freddo della notte; un brivido mi percorre la schiena.
Sospiro ed alzo gli occhi al cielo, la luna risplende in tutto il suo candido splendore; così chiara, così lucente… Così
pura. Ma anche la Luna ha la sua doppia faccia, no?
Nera, oscura e “sporca”; e forse… Non è poi così tanto candida come tutti pensano.
Sorrido di questo pensiero, se non fosse che la Luna è inanimata direi che è la mia brutta copia, ma si sa… L’originale è sempre unico in tutto e per tutto.
Cammino per le stradine della città, c’è un’aria spettrale e la nebbia non aiuta; per strada si vedono solo uomini ubriachi, donne che regalano il loro “amore” per una notte e gente senzatetto… Prendo il cappuccio della mia mantella nera e me lo calco sul viso, forse nella speranza di non essere notata, stringo le braccia al petto mentre continuo a camminare, non guardo in faccia nessuno e non do retta a nessuno; né gli apprezzamenti pesanti degli uomini né le suppliche dei pezzenti mi smuovono. Agli occhi degli altri posso apparire molto fragile, una ragazza dai tratti fini, bella e che tutti credono gentile e premurosa con tutti; ma io non sono così, a me piace trasgredire, mi piace essere diversa, mi piace farmi notare… E per un certo verso riesco a fare questo, indosso sempre, o quasi, abiti che le nobildonne definiscono
strani: seta nera bordata da pizzi e merletti bianchi o rosa pallido, o il contrario; li definiscono strani poiché i loro sono tutti uguali: rosa, giallo, turchese…Tutti colori che a me non dicono niente, mi sembrano completamente vuoti; o forse sono io quella che sbaglia, tuttavia mi piace distinguermi: abiti neri, pizzi, merletti, decori di ogni genere, collane antiche o bracciali risalenti a qualche secolo prima… Si può quasi dire che io ne faccia la collezione. Ma dopo tutto, questa è solo una maschera, io mi nascondo dietro ai miei oggetti, che siano abiti di seta o il mio sorriso dolce e cortese; a volte il mio cuore, che tutti credono caldo e gentile, è freddo e senza pietà, né dolore, né tristezza… Né amore, senza
niente. Non mi piace non provare niente, è come se non fossi io… Ma fossi
morta.
Un gatto si ferma proprio in mezzo alla strada interrompendo così i miei pensieri, si siede ed è come se mi fissasse, il mio passo rallenta mentre il mio cuore accelera; posso essere spaventata da un gatto? Evidentemente sì. Anche se in un certo senso mi inquieta mi avvicino tanto da averlo a meno di pochi centimetri, mi accovaccio e lo guardo meglio, non mi curo delle poche persone che mi passano al fianco, adesso ci siamo solo io e questo piccolo animale. Il colore del suo pelo è tigrato, strisce nere si alternano a bianche, la coda si muove lentamente tracciando linee invisibili in aria, piega la testa come se volesse scrutarmi ed un brivido mi percorre la schiena… Possibile che un gatto sia tanto…
umano?
“…Non aver paura ad apparire leggermente bizzarra
Può essere spaventoso baby, fantasmagorico come me…”
Ma cosa diavolo…? Queste parole, da dove provengono? Sembra una poesia, una canzone… Ma non è possibile. Mi tiro su di scatto e mi guardo intorno, all’improvviso noto come più nessuno mi passi al fianco, come le ultime persone rientrino in casa o semplicemente entrino in qualche vicolo buio; ma una sensazione si insinua dentro di me, come se qualcuno osservasse ogni mio più piccolo gesto ed ascoltasse tutto, anche il battito ormai irregolare del mio cuore. Abbasso lo sguardo ed il gatto è sparito, mi ripeto che dev’essere scappato appena mi sono mossa, anche se… No! Sono spaventata da un gatto? Non è possibile, e nella mente continuo a ripetermi che è solo la stanchezza a farmi provare cose di questo genere.
Un brivido mi percorre tutta la schiena, maledizione! Mi arrabbio con me stessa, incapace di capire l’origine di questi sentimenti di paura, angoscia e…
Eccitazione. Sento una risata in lontananza e sento anche l’irritazione crescere. Non mi piace essere presa in giro, da
nessuno.
“Chi c’è?! Chi è che si sta divertendo a fare questi insulsi scherzi?!” Mi sembra di parlare da sola, sbuffo e riprendo a camminare, ma appena poggio un piede a terra sento qualcosa sotto la mia scarpa; mi piego e prendo in mano l’oggetto appena calpestato: una piccola collana d’argento, una rosa rossa vi è messa come ciondolo e dalla lavorazione della pietra scarlatta dev’essere molto costosa. Mi alzo e guardo intorno, ma intorno a me c’è solo il silenzio, sospiro e riprendo a camminare stringendo la piccola collana appena trovata fra la mani… Mentre affretto il passo per tornare a casa, nella speranza che forse in un posto sicuro come casa mi sentirei più tranquilla. Con questo pensiero nella mente non mi accorgo che il piccolo gatto di poco prima mi fissa da un angolo buio di una via mentre viene preso in braccio dal suo padrone.
“Brava Luxus… Presto ci divertiremo, molto presto” E con un sorriso l’uomo sparisce nelle ombre.
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“Alexandra… Sveglia!” Sento mia madre entrare nella mia stanza, premo il morbido cuscino sopra le mie orecchie mentre sento tirare le tende ed una luce intensa colpisce in pieno il mio viso.
“Questa sera abbiamo ospiti cara, quindi, su! In piedi!” Sbuffo ma apro gli occhi lo stesso, in fondo se devo fare la brava bambina mi devo alzare presto e adempiere ai miei compiti; a volte preferirei non essere all’interno della cerchia dei nobili… Troppo sofisticato, tutti sempre pronti a giudicare il minimo errore, ad acclamare la minima sciocchezza, adulare qualcuno solo per i propri interessi… E’ tutto così falso. Ma in fondo non lo sono anch’io? La facciata di brava nobildonna è quella che lascio vedere, ma l’altra, quella no… Non la lascio vedere a nessuno quella parte…
Sorrido ai ricordi delle feste “clandestine” all’insaputa di mia madre: casa piena di gente, sconosciuti nobiluomini e non, divertimento, ridere senza motivo a causa del vino e bevande meno “nobili” di esso… Gente, tanta gente e tanti ragazzi, ad ogni festa uno diverso… Provare il piacere della lussuria, e sentirsi liberi per almeno una notte.
Scuoto la testa per scacciare questi bei pensieri, anche se credo mia madre li definirebbe “Non alla tua altezza Alexandra, mi aspettavo molto di più”. Un sorriso che sa di amaro mi si dipinge sulle labbra.
“Alexandra insomma alzati! Hai tante cose da fare oggi!” Sbuffo nuovamente e di malavoglia mi alzo dalle calde e morbide coperte, mi aspetta una giornata lunga che purtroppo non posso passare al caldo nel letto.
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Sera, musica e tanta gente ricca e nobile: marchesi, duca… Finisco il mio bicchiere di champagne appoggiata al muro della grande sala principale della villa, osservo tutti quei rampolli di chissà quale casata, tutti impettiti nello sfoggiare i loro titoli nobiliari; un sorriso si estende sulle mie labbra: chi sarà questa sera il
prescelto? Mi guardo in giro ed i miei occhi incontrano i soliti ragazzi: alti, bassi, biondi o mori, belli e meno… Sembrano tutti così uguali, falsi sorrisi e niente di più; questa sera voglio qualcosa di più e lo avrò.
Incomincio a camminare costeggiando il muro, cerco di capire dov’è mia madre e la vedo andare in un’altra stanza seguita da altre nobildonne: perfetto.
“Mi scusi… Buonasera, mi chiamo Sebastian, duca di…” Ma quanto parla? Datemi qualcosa per tappargli la bocca, di certo per fare un monologo non ha bisogno di aiuti e neanche nell’aspetto: biondo, abbastanza alto, viso fine, una bocca che se stesse ferma sarebbe molto dolce; ma gli occhi sono incredibili: un colore così chiaro non lo avevo mai visto, non riesco a capire di che tonalità siano, ma so che sono bellissimi.
Ho deciso: questa sera lui sarà il “prescelto”.
“Non mi interessa che titolo avete, come vi chiamate o cosa possedete, signore… Se questa sera siete disponibile, in forme di “divertimento” che forse vi potrebbero di certo interessare, credo che io e voi, potremmo andare molto d’accordo…” Invece di innervosirsi alla mia provocazione, dopotutto non credo molte ragazze parlino così, si mette a ridere.
“Siete come vi aspettavo… Per questo lui non deve sapere niente…” Lo fisso e sorride ancora, credo in fondo di aver fatto una buona scelta.
“Lui? Cosa intendete?” Mi sfiora la guancia con la mano, rabbrividisco al contatto, è tremendamente freddo; strano, poiché nella sala vi è abbastanza caldo.
“Niente, non vi preoccupate… Stavo solo pensando a voce alta” Ci penso per poco e decido che non mi interessa a cosa lui stia pensando, mi importa di lui, del suo corpo… Questa notte non voglio pensare a niente, e sembra che “divertirmi” sarà un buon passatempo.
“Venite con me allora, o volete ancora ballare?” Si guarda intorno, come in cerca di qualcosa, temporeggia un po’ ma nei suoi occhi so già la risposta che mi darà.
“No… Di danze ne ho avute abbastanza, vi seguo molto volentieri” Mi dona un altro sorriso al quale questa volta ricambio. Lasciamo la grande sala, anche se prima vi lancio un ultimo sguardo e vedo alcune persone sorridere, altre guardarmi con preoccupazione, altre ancora fissarmi come se volessero…
Mangiarmi.
Scaccio dalla mente le immagini appena viste e saliamo le grandi scale in marmo dell’entrata, mia madre dovrebbe essere ancora da qualche parte a parlare. Lo guido attraverso i corridoi, l’unico rumore che sento è quello del mio vestito sul pavimento, sento invece molto lievemente i suoi passi, quasi non stesse camminando, so che è dietro di me solo perché a volte mi giro per osservarlo. Dopo poco arriviamo davanti alle porte della mia stanza, spingo leggermente senza fare rumore, entrati chiudo la porta dietro di me ed accendo una piccola candela dalla cera rossa sul comodino.
“Avete buon gusto…” Vedo il suo sguardo perlustrare la mia stanza, sorrido mentre alla luce soffusa della stanza mi avvicino a lui.
“…Ti interessa davvero così tanto l’arredamento?” Il tono della mia voce è più basso, si avvicina e mi cinge i fianchi mentre mi spinge verso il grande letto a baldacchino.
“In realtà no…” Sorride e con la mano percorre il mio collo, si sofferma un attimo sulla collana che indosso, la stessa che avevo trovato l’altro giorno, un brivido mi percorre la schiena al ricordo. Poi sento le sue labbra sulle mie muoversi capaci, mi lascio trasportare ed adagiare lentamente sul letto. Le sue mani mi accarezzano lentamente e la mia mente viene come offuscata; le immagini, quello che provo… E’ come se alla mia mente venisse impedito di pensare, appena provo a concentrarmi su quello che sta succedendo qualcosa mi impedisce di farlo, la mia forza di volontà si piega contro questa forza invisibile.
Riprendo il controllo di me solo quando un soffio freddo mi percorre tutta la schiena, lancio uno sguardo alla finestra e noto che è leggermente aperta… Ed io completamente nuda sotto il mio cavaliere. Sbatto le palpebre qualche secondo e noto lui sorridere, ma è un sorriso malizioso con una punta di perfidia… Mi mette un dito sulla bocca ed un sensazione di paura si insinua in me, il mio cuore accelera, la sua mano si mette sopra di esso, come se stesse ascoltando ogni battito.
“Shh… Bambina non avere paura” Apro la bocca ma nessun suono esce dalle mie labbra, lui si avvicina al mio collo… Lo bacia piano, ma all’improvviso sento qualcosa di freddo sulla mia pelle ed un dolore lancinante, un urlo mi si strozza in gola mentre conficco le mie unghie nella sua schiena.
Chiudo gli occhi pregando che finisca il prima possibile, sento del liquido caldo sul mio collo e le sue labbra premere voraci su di esso; le lacrime incominciano a scendere e quando ormai la mia speranza era morta finisce ogni cosa: non sento più il suo peso su di me né il dolore. Apro gli occhi e lo vedo steso per terra ed una figura nera si erge sul davanzale della mia finestra.
“Sei venuto a reclamarla come tua?...” Sebastian si alza a fatica tenendosi la mano sullo stomaco, vedo la sua bocca sporca del mio sangue ed un nodo mi si forma in gola.
“Togliti di lì… Vattene! Adesso!” La figura scura gli urla contro, una voce maschile stupenda anche se alterata dall’ira, il mio “cavaliere” sembra spaventato da qualcosa, gli passa di fianco e prima di saltare giù dalla finestra mi lancia un ultimo sguardo leccandosi le labbra e sussurrando “Pressoché stupenda…”.
Prendo il lenzuolo e mi copro costringendomi a non versare più una lacrima.
“Chi sei?!” La mia voce non è affatto ferma, quasi tremo. La figura si avvicina, porta un mantello lungo e nero che svolazza al vento, un tintinnio mi fa spostare lo sguardo verso il basso, un gatto è seduto sul davanzale, anzi
quel gatto, quello della notte in cui trovai la collana! Istintivamente mi porto una mano al collo, sento qualcosa di vischioso sul ciondolo, ma non voglio constatare che sia sangue…
“Non avere paura…” Si siede sul letto, e per la prima volta rimango senza parole, è bellissimo: labbra stupende, pelle chiara, i capelli sono neri e spettinati, ma gli occhi sono azzurri, il colore del cielo e del mare non è nulla a loro confronto. Stringo con una mano la coperta e cerco di parlare senza tremare.
“Me lo hanno già detto… E beh, non è che sia finita poi bene” Sorride, e contagia anche me, come io faccia a sorridere ora è un miracolo.
“Il profumo del tuo sangue è superbo…” Abbasso lo sguardo, come fossi in imbarazzo ma so che non dovrei esserlo, anzi, dovrei essere spaventata a morte ma… Non ci riesco, questo ragazzo mi eccita anche in una situazione del genere..
“Tu sei mia piccola… Sappi che non sono venuto per salvarti… Ma per andare via, e portarti con me” Rialzo lo sguardo, lui mi fissa come una persona ghiotta fisserebbe il piatto più prelibato del mondo “Il tempo ormai è poco… E tu mi seguirai” Tocca il mio collo, il suo tocco freddo è un sollievo sul bruciore che sento.
“Cosa ti fa pensare che io ti seguirò?” Ride sommessamente, e la mia irritazione sale, anche se colui che mi sta davanti è una creatura stupenda non vuol dire che non possa essere irritante.
“Credo, anzi ne sono sicuro che lo farai… O forse vuoi che io o il vampiro di prima, perché è questo che noi siamo… Venga a trovare tua madre, o la tua cara zia e suo marito?” Sorride mentre nella mia mente passa solo la parola: vampiro; adesso ho veramente visto tutto. Poi penso a mia madre, anche se non la sopporto con le sue “buone maniere” le voglio bene, un sorriso dolce affiora sulle mie labbra pensando a mia zia… L’unica persona a cui veramente tengo.
“Hai tempo per pensare fino al prossimo ballo, sarà in maschera e si terrà al castello fra una settimana… Lì, mi darai una risposta” Tocca il ciondolo sfiorandolo con la punta delle dita, rabbrividisco ma sembra non accorgersene. “Magnifica…” Sussurra, si alza a velocità sovraumana dal mio letto e si dirige verso il felino sul davanzale.
“Aspetta! Come ti chiami?” Il mio sguardo si sofferma nel suo mentre lo vedo sorridere per l’ennesima volta.
“Chiamami… Yu” E senza voltarsi salta giù dalla finestra…
Mi hai chiesto di pensare, Yu… Ma io una decisione l’ho già presa.
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”Vampiri. Creature notturne che si nutrono di sangue, dalla bellezza devastante, tendenti a scegliere belle ragazze, vergini, per saziarsi della loro sete di sangue.”
Che idea assurda che mi è venuta; come ho potuto pensare che nella libreria di famiglia ci fosse qualcosa? Solo leggende e niente più, l’unica cosa certa è che Yu e Sebastian sono vampiri, un brivido mi percorre la schiena mentre porto istintivamente una mano sul nastro decorato con pizzo nero sul collo, mia madre pensa sia la solita mia stramberia di sempre.. Lo slego e sento la ferita sotto le mie dita, brucia e fa male e con una smorfia riallaccio il nastrino. Sospiro e chiudo con un rumore sordo il libro che stavo sfogliando svogliatamente alla ricerca di qualche informazione, ma credo che se davvero i vampiri si nutrissero di ragazze vergini a quest’ora non sarei in questa situazione. Mi alzo e lo rimetto via con cura, come se non volessi far sapere di averlo sfogliato. Mi dirigo verso la grande finestra che dà sul parco; ha detto che verrà a trovare quelli a cui voglio bene pur di farmi accettare di andare con lui… La mia mente ripercorre ogni lineamento di quel viso così perfetto, quegli occhi, quelle labbra, la sua voce… Ogni cosa di lui è perfetta, le statue dalle proporzioni perfette della scultura greca non sono nulla a confronto.
Sospiro, come posso essermi infatuata di
lui? E’ un vampiro! Chiudo gli occhi e stringo il piccolo ciondolo. Voglio seguirti Yu, tengo a quelle poche persone a cui voglio bene e poi… Voglio conoscerti, voglio parlarti, voglio rivederti… Voglio
te.
E con questo pensiero in mente mi dirigo in camera, decisa in quello che farò.
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“Sei sicura di andarci da sola?” Mia madre si avvicina e tossisce lievemente a causa della tosse presasi ieri notte; mentre la domestica mi sistema i capelli, legando piccole roselline rosse e rosa fra i capelli e lasciando cadere sul collo qualche boccolo della complicata pettinatura, la guardo dallo specchio del mobile a cui sono seduta.
“Si madre, tranquilla… Voi state qui a riposare, mi raccomando. Zia…” Incomincio mentre sposto lo guardo sulla signora di fianco a mia madre.
“Non vi preoccupate, starò io a vegliare su vostra madre, voi andate e divertitevi!” Mi sorride incoraggiante ed io non posso fare altro che risponderle con un sorriso dolce mentre sento dentro di me qualcosa di molto simile alla nostalgia anche se non le ho ancora lasciate del tutto.
Mi alzo e il vestito rosa con sfumature rosse e con bordature in pizzo nero sembra prendere vita ad ogni mio passo verso la porta; la cameriera mi porge uno scialle nero da mettermi intorno alle spalle. Prima di uscire dalla porta della mia camera osservo mia madre, viso ovale, naso piccolo e dritto, labbra sottili e dolci capelli color miele le incorniciano il viso; osservo anche mia zia e mi si stringe il cuore… Bacio la fronte ad entrambe che sembrano leggermente disorientate, non sono da me tali gesti d’affetto.
“Buonanotte… Mi mancherete” Ma l’ultimo pezzo di frase lo sussurro e sembrano non averlo sentito, e con un po’ di tristezza nel cuore ma grande decisione lascio la grande porta principale della casa nel buio e freddo della notte.
Salgo sulla carrozza che mi porterà al ballo, appena chiuso il portello il cocchiere parte e sento il nitrito dei cavalli ed il suono cantilenante dei loro zoccoli sul terriccio umido e ghiaioso. Sospiro e porto una mano sulla piccola rosa rossa del ciondolo mentre chiudo gli occhi, si intona alla perfezione con il mio vestito, ed ultimamente la collana è una delle poche cose che mi da sicurezza ed infondo non so neanche il perché.
“Ti dona il rosso, sai?” Questa voce… Apro gli occhi di scatto e vedo Yu seduto con noncuranza di fronte a me, come se fosse sempre stato lì, sorride beffardo al mio sguardo stupito.
“Ma come…?” Lui sorride ancora e fulmineo si siede affianco a me, sento il suo respiro sul collo e le sue labbra fredde sfiorarmi la pelle della spalla fino a salire al nastro rosso e nero stretto sul collo.
“Questo non ti servirà…” Slega il nastro lasciando così scoperte le cicatrici del collo, le osserva e sento le sue labbra poggiarvisi sopra, sento che mi lascia piccoli baci che mi fanno rabbrividire, sale fino alle labbra e le mordicchia leggermente per poi concedersi un lungo bacio appassionato, sento la sua lingua che gioca con la mia, le sua labbra che si legano alla perfezione alle mie, una sua mano di posa dietro la mia nuca per poi scendere sulla schiena e farmi aderire contro il suo petto.
“Sei deliziosa…” Mi sorride e vedo i suoi canini, un brivido mi percorre la schiena e lui ne sembra piacevolmente divertito, abbassa il viso e continua a baciarmi il collo, le spalle, sento una sua mano toccare il mio seno e le sue labbra poggiarvisi poco sopra, io resto inerme sotto il suo tocco, perché ribellarmi? Perché ribellarsi quando una cosa anche se sbagliata piace? Perché è sbagliata certo, ma io non sono qui per giudicare… Dopo un po’ si rimpossessa delle mia labbra, le quali seguono i suoi movimenti, sembra quasi che se non lo facessi potrei morire.
“…Champagne russo nel bagagliaio
Puoi essere le bolle, io sarò il tuo Dracula…”
“Sei insaziabile bimba… Mi piace” Si ferma per qualche istante per osservare il mio sorriso che inconsapevolmente si era formato sulle labbra e si sposta velocemente di fronte a me “Sai, alcuni umani dicono che nel nostro regno vi sia un certo conte Vladislaus Draculia, mi fanno ridere… Solo perché ha qualche mania sanguinaria come impalare la gente. Ma è divertente ascoltare le loro storie, sai? Dicono che ami sua moglie alla follia, farebbe di tutto per lei, uccide per lei, la venera come fosse una divinità e la possiede e la comanda allo stesso tempo… Questa notte Alexandra… Io sarò il tuo Dracula…” E’ la prima volta in assoluto che pronuncia il mio nome e vorrei lo rifacesse all’infinito, come fosse innamorato… Ma so che in questa storia non vi è amore, solo una grande ed irrefrenabile passione e lussuria. Mi va bene così infondo, anche se una vocina nella mia mente dice che sto mentendo a me stessa. Lui si avvicina e mi morde il labbro inferiore, sento un suo canino freddo, come fosse una piccola puntura, e successivamente un po’ di sangue scende dalla microscopica ferita, il quale lui lecca prontamente.
“Siamo arrivati signorina!” La voce del cocchiere mi fa saltare e Yu sorride, io mi premo il dito sul labbro, mi giro appena la porticina si apre ed il cocchiere fa un inchino e mi aiuta a scendere, mi volto istantaneamente nell’abitacolo ma all’interno non vi è più nessuno… Sorrido al cocchiere e mi volto verso la mia meta… Il castello questa notte sembra risplendere di luce propria. Le carrozze si fermano davanti al grande portone per far scendere le dame nei loro splendidi vestiti ed i loro cavalieri le portano a braccetto elegantemente. Mi fermo come incantata davanti all’immenso portone, hanno fatto veramente le cose in grande: migliaia di fiori decorano l’ingresso, rossi, rosa e bianchi, i petali sono sparsi per terra, qualcuno viene alzato dal vento e danza in esso dando all’atmosfera qualcosa di magico; le mura sono cristalline, come se migliaia di piccolissimi diamanti vi fossero stati incastonati nelle pietre del castello, con un sospiro mi decido ad entrare ma sento qualcosa che mi trattiene per il braccio.
“Yu…” Mi sorride e mi squadra da capo a piedi, sento le mie guance arrossarsi.
“Vi siete dimenticata qualcosa di fondamentale signorina…” Lo guardo confusa poi lo vedo pormi una piccola maschera nera dai brodi decorati con piccoli brillantini rossi. Si posiziona dietro di me e la posiziona davanti ai miei occhi, sento il velluto della maschera sfiorarmi le guance, la sfioro con le dita mentre lui me la lega dietro la testa. Si gira per vedermi in viso e sorridendo dice “Perfetta…” e poco dopo ne lega una lui stesso di colore nero, semplice, coprendo il suo viso perfetto.
Sento il suo braccio passarmi dietro la vita e sospingermi verso l’ingresso, mi appoggio per poco sul suo petto e sento un lieve battito provenire dal suo cuore, è così piacevole.
Entrati nel salone principale vedo molte coppie inchinarsi lievemente al nostro passaggio, anzi, al
suo passaggio, guardo con la coda dell’occhio il mio accompagnatore che non degna quasi per niente le persone che lo salutano, nel suo mondo deve essere una persona importante.
La sala da ballo risplende di oro e rosso, le coppie si muovono in perfetta sincronia, si incrociano e si scambiano in modo favoloso, ogni persona indossa una maschera, dalle forme e dai colori vivaci e stupendi; vi è un turbinio di colori bellissimo, mi fa girare la testa leggermente mentre sento una sensazione strana che si insinua in me. Yu mi porta al centro della sala e così incominciamo a danzare, mi lascio trasportare da lui perdendomi nei suoi occhi, corrugo leggermente le sopracciglia notando che sono neri, sono letteralmente…
Famelici.
Intorno a me non sento più nulla, né le risate né la musica che ci culla nella sala, giullari e contorsionisti si esibiscono nei loro numeri su piccoli rialzamenti o su fili sospesi sopra le nostre teste, una donna vestita di abiti neri e pizzo incomincia a cantare nell’angolo dal grande salone e la mia mente è come offuscata… Non riesco a capire nulla, non riesco a pensare, mi appoggio al petto di Yu poiché sento anche le gambe cedermi, lui mi culla fra le sue braccia mentre la voce soave e martellante non mi fa pensare…
Yu si allontana fra la folla, uscendo dalla sala e dirigendosi verso l’interno del castello; le voci sfumano insieme alla musica e alle risate e mi fa sedere sulla scalinata principale, mi prendo il viso fra le mani cercando di riprende il controllo di me.
“Vieni…” La mano bianca di Yu afferra saldamente la mia e mi solleva da terra, mi porta per i corridoi malamente illuminati da torce appese ai muri, grandi quadri raffiguranti dame e re arricchiscono le pareti. Uno di più degli altri mi colpisce…
“Yu… Aspetta, chi è l’uomo ritratto in questo quadro?” Mi raggiunge e mi si mette di fianco mentre sento i suoi occhi posarsi su di me intanto che i miei sono completamente rapiti da quel ritratto, non è possibile…
“E’ tuo padre. Ma credo questo tu lo sapessi già, no?” Si ferma qualche attimo per vedere la mia reazione, io non mi scompongo ma aspetto in silenzio che lui prosegua e lo sento sospirare “Alexandra, tu non sei umana, per lo meno, non completamente… Tuo padre era un vampiro, uno dei più potenti… Esattamente diciannove anni fa s’innamorò di un’umana, tua madre. Da lei ebbe una figlia, un fatto straordinario dato il fatto che noi vampiri non possiamo procreare. Eri tu quella bambina Alexandra, tu sei come me, come
noi… Risvegliando la tua parte vampira risveglierò completamente il tuo essere, cosicché la tua vera natura venga liberata dalla prigionia di questi diciannove anni… Alexandra, tua zia Margaret è realmente sorella di tua padre e veglierà su tua madre d’ora in poi… Ha imparato come convivere con gli umani, come sta facendo con suo marito. Ma ora ti chiedo…” Mi fa voltare verso di lui, io sono inespressiva, tanti pensieri si affollano in me portando con loro altrettanti sentimenti… “… Vuoi venire con me?” Mi guarda deciso ed io non abbasso lo sguardo sostenendo il suo.
“Yu” Mi fermo un attimo e riprendo subito “Tu mi hai portata in questo mondo… E voglio che
tu mi ci porti fino infondo. A dirti la verità, in questi anni ho sempre avuto la sensazione che mi mancasse qualcosa, che non fossi
io… Ogni volta che un uomo mi toccava, mi aveva per se… Non provavo nulla. Lussuria, ingordigia… Chiamale come vuoi, ma io voglio di più, molto di più... Ho voglia di un vero tocco umano… Anche se umano non lo potrei definire… Ma forse io voglio di più, Yu… Io voglio il
tuo tocco” Per qualche istante mi guarda non proferendo parola. Quasi temo di aver detto qualcosa di sbagliato…
“…Ma se tu sei in desiderio di qualche vero tocco umano
Io vengo solo così…”
“Hai fatto la tua scelta…” Sorride ammiccante e mi prende per mano, mi porta fino ad una porta infondo al corridoio, la apre e la richiude appena entrati. Una grande camera da letto: una finestra socchiusa lascia passare qualche raggio lunare, ogni cosa in questa stanza è maestosa e stupenda, e proprio in centro vi troneggia un grande letto dalle soffici lenzuola rosse e nere.
“E’ la mia stanza” Mi informa Yu che si dirige alla finestra mentre si sfila la giaccia nera e l’appoggia su una sedia lì vicino. Solo ora noto quanto sia realmente
bello, non c’è altra parola per descriverlo: alto, lineamenti decisi ma non rudi, occhi che quando ti guarda sembrano leggerti l’anima, stupende proporzioni, capelli neri spettinati che riflettono uno strano rosso alla luce della luna; di schiena lentamente si sfila anche la leggera camicia bianca ed osservo la sua schiena, i muscoli si tendono mentre lancia leggermente anch’essa sulla sedia; non mi rendo neanche conto che piano mi avvicino a lui, è come se fossi attratta da lui, infondo ogni cosa mi attrae di lui. Sento la gola secca bruciare mentre cerco di deglutire, socchiudo la bocca e sento i canini allungarsi leggermente sfiorandomi le labbra, mi sento strana ma non ne ho paura, affatto. Lui si volta e mi guarda, sorride con gentilezza come mai prima aveva fatto, appoggia una mano sulla mia guancia mentre io annuso il suo odore, è così buono… Mi avvicino ulteriormente a lui mentre sento la sete aumentare, si avvicina mentre mi sorride gentile, nel suo sguardo vedo una dolcezza infinita ed una voglia come la mia crescere… Appoggio le mani sul suo petto mentre lui mi cinge la vita, abbassa il viso e le sue labbra si appoggiano nell’incavo del mio collo così come le mie sul suo, annuso l’odore della sua pelle, del suo sangue… Ed istintivamente lo mordo, sento il suo sangue scendermi in gola, lo abbraccio mentre continuo a bere da lui, ha un sapore unico anche se non ho mai assaggiato nessuno all’infuori del suo sangue. Dopo poco sento anch’io i denti affondare nella mia carne, il mio sangue fluisce in lui, ma questa volta non provo dolore né paura, solo un immenso piacere… E’ meglio di qualsiasi cosa abbia mai provato o fatto, sento ogni cosa che prova, ogni suo pensiero, ogni sua emozione, lo sento talmente vicino da non riuscire più a distinguere la mia persona, la mia anima dalla sua. Restiamo così per qualche minuto, dopodiché ci stacchiamo l’uno dall’altra lentamente, mi guarda negli occhi mentre io fisso i suoi perdendomi al loro interno.
“Sei bellissima…” Si china sulla mia bocca e lecca le gocce di sangue rimaste mentre io faccio lo stesso con lui, ci sciogliamo entrambi in un bacio passionale, la sua lingua gioca con la mia, assaporo il sapore delle sue labbra ed è così dolce… Mi prende per mano e mi porta fino al grande specchio posizionato vicino ad un mobile della stanza e osservandomi non vedo più me stessa, ma una ragazza diversa e di una bellezza straordinaria, e due braccia fredde mi cingono la vita.
“Questa sei tu realmente, mia Alexandra…” Mi bacia dolcemente il collo dove poco prima aveva affondato i canini “Resta con me”. Lunghi capelli neri ondulati accarezzano il mio viso, occhi color della notte si incastonano come diamanti nella mia pelle diafana e labbra rosee sono contornate da lineamenti fini e dolci. Mi volto e lo fisso negli occhi mentre accarezzo il suo collo; non parlo, non dico nulla… Ma lascio parlare il mio corpo e so che Yu sa già qual è la mia risposta, le mie labbra si avvinghiano alle sue mentre lo sento sorridere e portarmi verso il letto. Lentamente mi slaccia il corpetto e piano lascia cadere tutto il vestito sul pavimento, mi bacia la spalla mentre io passo le mie dita sottili fra i suoi capelli. Mi fa sedere sul letto mentre lui si toglie piano i suoi vestiti, scarpe, i pantaloni neri e si avvicina a me. Io bacio i suoi addominali mentre gli accarezzo piano la schiena, lascio scivolare anche l’ultimo indumento rimasto e con delicatezza lo accarezzo sentendo fremere Yu sotto il mio tocco, che sensazione magnifica. I miei baci si fanno sempre più lenti e intensi, raggiungo il suo piacere e piano muovo le lebbra con lentezza infinita mentre sento la sua impazienza e ne sorrido. Lascio che le mie mani lo accarezzino nel suo intimo mentre io mi stacco e alzo lo sguardo per vedere la sua espressione, sei troppo Yu… Lui si abbassa su di me e mi accarezza il viso, abbassa le spalline della leggera sottoveste e con delicatezza ma decisone me la sfila, mi libera da ogni legami con i vestiti e mi sfiora, mi bacia con passione ovunque, appoggia il viso sul mio basso ventre e lo sento scendere mentre mi bacia con passione, inarco la schiena e poggio una mano sulla sua guancia, gemo sotto il suo tocco deciso e sorrido, è questo che si prova? E’ una sensazione veramente stupenda. Non so cosa provi Yu… Ma sento di amarlo in un certo senso, amo tutto di lui, ogni singola cosa. Si avvicina e mi bacia mentre ancora sa di me. Mi accarezza il seno, lo bacia, lo morde piano e lo sento entrare in me, sussulto mentre lo sento unirsi a me, si abbassa e mi bacia con passione, poi io scendo sul suo collo mordicchiandolo piano, lui aumenta le spinte mentre i miei sospiri e gemiti si fondono con i suoi…
Quella notte ogni cosa fu praticamente perfetta, i nostri corpi si fusero in uno solo più e più volte, solo la notte ci era testimone e quella fu stata la prima volta che pensai “Ti amo”.
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“Dov’è il vostro cavaliere, signorina?” Mi volto mentre osservo i tratti fini di questi due ragazzi biondi.
“Kristian, Shin…” Un lieve cenno con la testa e continuo a fissare in lontananza la grande festa all’interno del palazzo, mi siedo sul piccolo bordo della grande fontana in giardino ed osservo le stelle mentre mi lascio cullare dalla musica.
“Non avete risposto, Alexandra” Li guardo e sorrido ripensando a quando Yu me li fece conoscere ad un ballo simile a quello del giorno della mia trasformazione.
“Arriverà fra poco, molto poco…” Mi guardano e Kris, il ragazzo più basso, si siede di fianco a me, un leggero vento incomincia ad alzarsi.
“Capisco… Volevamo semplicemente parlarvi…” Kris mi sorride mentre mi prende una mano fra le sue e l’accarezza con delicatezza, come il tocco delle ali di una farfalla.
“Spero voi ci siate al gran ballo… Insieme al vostro cavaliere” Continua Shin chinatosi prendendo fra le mani una ciocca dei miei lunghi capelli corvini.
“Ci saremo sicuramente” La voce di Yu irrompe alle spalle di Shin, il quale si alza con velocità impressionante. Lo osservo mentre un sorriso beffardo gli incurva le labbra, i due si congedano velocemente mentre Yu mi prende fra le braccia e mi porta verso casa lasciandoci alle spalle la festa.
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“Sei sicura? Sai che entrati non potremo tornare indi-…” Poso un dito sulle labbra di Yu mentre entriamo nel grande salone del palazzo, il padrone di casa ci ha invitati insieme ad una stretta cerchia di nobili qui, per una festa “speciale”. A queste feste, non si danza. A queste feste la lussuria prende il sopravvento. A queste feste ci si “diverte” e nulla più. So cosa si intende per speciale e so anche che Yu vi ha già partecipato, il suo preoccuparsi per me mi riempie di felicità infinita, ma so che prova la mia stessa voglia di parteciparvi.
“Sshh… Lo so amore. Vedo la lussuria nei tuoi occhi, come tu la vedi nei miei… Non giudichiamo nessuno questa notte, ma lasciamoci andare semplicemente” Mi sorride e questa volta con sguardo beffardo attraversa il grande portone della sala principale. Non vi è poi molta gente, noto subito Kristian e Shin parlare con un ragazzo, credo il suo nome sia Romeo accompagnato da altre due ragazze. Le persone si girano a guardarci al nostro passaggio, infondo è bello crogiolarsi nelle attenzioni altrui.
“Signori e signore, benvenuti!” Il padrone di casa parla camminando lentamente fra tutti noi, Luminor, così come viene chiamato, osserva tutti con estrema lentezza mentre sorride e continua il suo discorso “Sono lieto che siate venuti, questa notte non voglio prolungarmi in discorsi frivoli o inutili… Per questo, vi auguro solo buon
divertimento” Sorride e si dirige verso un uomo infondo alla sala dileguandosi velocemente, sorrido mentre Kristian e Shin insieme alle due ragazze vengono verso di noi.
“Sono felice che siate venuti” Kris ci sorride mentre una musica melliflua e affabile incomincia a vorticare intorno a noi, è decisa e mi ricorda qualcosa, quelle parole… Sentite la prima volta insieme a quel gatto.
Yu e Shin ci portano verso un’ala del palazzo, prima di uscire mi volto e vedo il felino seduto svogliatamente sul pianoforte nell’angolo della sala a godersi lo spettacolo, Luxus… Penso, sia un nome più che adatto ad una creatura del genere, silente spettatore di ogni persona lì presente, avente un perfetto padrone.
Quella notte sentì la labbra di Shin posarsi sulle mie, le mani gentili di Kiro accarezzarmi lentamente, sentì più di un corpo possedermi e non mi pentì di quello che feci, come non se ne pentì Yu, il mio sposo.
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Da allora passarono molti anni e molte feste, ed ancora quella canzone mi culla in alcune notti, l’unica che mi faccia battere il cuore quando sembra esser fermo, che mi riesca a rendere viva…
Sento il vento sulle mie guance mentre mi giro a guardare Yu in questo parco buio di notte.
“Amore…
Togliti di lì…” Sorrido e lui capisce al volo, questa notte la musica ha incominciato a suonare ed io voglio danzare insieme al mio sposo sulle sue note.
Un gatto dalle bianche striature si aggira fra le vie della città, guardando la Luna ed ascoltando insieme a me una musica dalle note decise…
Reputate tutto quello che ho fatto sbagliato? Orribile?... Io invece adesso vi chiedo…
Avreste saputo resistere?... Avreste voluto resistere?Secondo me… No.